I dettagli del femminicidio svelati durante l’interrogatorio in carcere

Sono stati mandati in onda in esclusiva alcuni estratti dell’interrogatorio in carcere di Filippo Turetta, reo confesso per l’uccisione dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin: a svelare i dettagli del femminicidio è stata la trasmissione Quarto Grado.

Il giovane ha raccontato della “prima lite quando non superai un esame”.
Era marzo del 2023. “Stavo male e le ho chiesto aiuto, le ho detto che mi sarei suicidato se non avessi passato l’esame. Poi sono venuti fuori insulti pesanti da parte mia. Non volevo sentirmi escluso quando usciva con le sue amiche” – ha proseguito Turetta.
“Ci siamo lasciati di nuovo il primo agosto e abbiamo fatto due viaggi insieme a settembre 2023. Uno a Vienna, dove viveva la sorella, a cui dall’inizio non sono mai piaciuto. Era molto protettiva, ma per me contava solo Giulia.”

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“Giulia mi ha detto che non sarebbe più tornata con me”

Nel corso dell’interrogatorio, Filippo Turetta ha ricordato anche l’ultima sera trascorsa con la ex fidanzata.
“Ci eravamo messi d’accordo per vederci sabato e fare un po’ di shopping insieme. Quel giorno sono uscito di casa prima per fare benzina, non eravamo d’accordo sull’ora. Mi sono fermato anche al supermercato per prendere qualcosa da mangiare, apprezzava sempre quando le portavo qualcosa. Dopo lo shopping, abbiamo cenato e chiacchierato.”

Al momento di riaccompagnarla, Giulia gli ha rivelato l’intenzione di non voler più tornare insieme.
Ed è qui che è scattata la follia.
“Mi ha detto che non l’avrebbe mai fatto in qualsiasi caso ed è scesa dall’auto. L’ho rincorsa e le ho dato la prima coltellata, penso, sul braccio” – ha confessato Filippo, con lo sguardo fisso rivolto verso terra, come mostrato nel video della trasmissione Mediaset.

Il cadavere nascosto e la fuga in auto: la confessione di Filippo Turetta

A quel punto, il killer ha pensato a come liberarsi del cadavere.
“Ho cercato un tratto di strada senza case, cercavo un posto tranquillo dove nasconderla. Non volevo che non fosse più trovata. Insieme al corpo ho lasciato i suoi effetti personali, quello che aveva comprato quel giorno e tutto ciò che si era sporcato di sangue lungo il tragitto.”

Da lì, poi, è iniziata la fuga: “In macchina mi erano rimaste le coperte, qualcosa da mangiare, una bottiglia di sambuca, delle sigarette, e un foglio di carta che avevo scritto quando ero a Berlino, in cui dicevo che ero colpevole, che mi dispiaceva e dove si trovava il corpo. Con il coltello comprato a Berlino volevo suicidarmi, ma non ci sono riuscito“- ha concluso.

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