Maria Campai è stata rinvenuta morta nella giornata di giovedì 26 settembre. Il corpo della donna era nel giardino di una villetta disabitata, adiacente alla casa in cui si sarebbe intrattenuta con un 17enne di Viadana, in provincia di Modena. Il minore è attualmente in stato di fermo, poiché accusato dell’uccisione della donna. Attualmente, infatti, gli inquirenti si starebbero concentrando sulle ricerche online del presunto killer.
Maria Campai, trovata morta a Viadana: chi era
Maria Campai, morta a 42 anni, era originaria della Romania ma ormai da oltre 20 anni era residente in Italia. Nel 2022, dopo aver divorziato dal marito, è stata impiegata nella raccolta degli ortaggi e in alcuni stabilimenti balneari in Toscana. Recentemente, però, si era trasferita a Parma, dove viveva con la sorella Roxana. Proprio la sorella della vittima avrebbe accompagnato Maria a Viadana, dove la 42enne avrebbe dovuto sostenere un fantomatico colloquio di lavoro. Ad attenderla, invece, c’era il 17enne conosciuto online, con la quale aveva pianificato un incontro. Non è chiaro se la vittima conoscesse l’età del suo presunto aguzzino. Ciò che è certo, però, è che la sorella, vedendolo, ha pensato fosse più grande.
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Le ricerche del 17enne e le parole del padre
Proprio Roxana, venerdì 20 settembre, ha denunciato la scomparsa di Maria Campai, che giovedì scorso è stata ritrovata morta. Secondo gli inquirenti, la vittima, dopo essere stata colpita con due pugni al volto, sarebbe stata uccisa a causa di violenti colpi alla testa, probabilmente sferrati a mani nude. Il 17enne accusato di omicidio premeditato, infatti, essendo un atleta di Mma, sarebbe dotato di una notevole forza fisica. Al vaglio degli inquirenti, intanto, ci sarebbero alcune ricerche online del presunto killer, riguardo a sesso estremo e violento.
Incredulo e scioccato, il padre del 17enne accusato, intanto, ha respinto tutte le accuse verso suo figlio. “Quell’amico che ha accompagnato la donna dove è andato? Perché non esce la terza persona? Lei aveva detto che un suo amico l’avrebbe accompagnata da Parma a qui perché doveva fare un colloquio. Che colloquio doveva fare con mio figlio, diciassette anni? Mio figlio non è aggressivo, è un ragazzo tranquillo. Mi è dispiaciuto per prima cosa per la vittima. Se è stato mio figlio, chi ha sbagliato pagherà, fosse mio figlio, fosse mia madre, fosse chiunque altro, un giorno o l’altro pagherà. Bisogna aspettare. Mi chiedo una cosa: come fa un diciassettenne a convincere una 42enne? Mio figlio non mi ha mai dato preoccupazioni. Chiedete. È un ragazzo calmo. Neanche io so cosa gli ha preso, se davvero è stato lui. Non lo so proprio”.