La tragica morte della trentenne originaria di Padova ha suscitato dolore e dubbi. Le novità dall’indagine in corso

Chiara Jaconis, perché i bambini erano rimasti soli? Il giallo della statuetta killer. La tragica morte di della trentenne originaria di Padova, colpita mortalmente da una statuina caduta da un balcone in via Santa Teresella degli Spagnoli, ha suscitato dolore e dubbi. Nonostante i tentativi di soccorso, Chiara è deceduta dopo due giorni di agonia. Le indagini continuano per chiarire le dinamiche esatte di quel tragico evento e identificare le responsabilità.

Nel quartiere, centinaia di persone hanno partecipato a una fiaccolata in memoria della giovane, manifestando vicinanza alla famiglia e chiedendo perdono per quanto accaduto. Tra i partecipanti c’erano il padre di Chiara, Gianfranco Jaconis, e la sorella Roberta, accolti da abbracci e gesti di solidarietà da parte dei cittadini, molti dei quali avevano in mano candele accese e palloncini bianchi. Durante la manifestazione, il padre di Chiara ha espresso parole di affetto per la comunità napoletana, dicendo: «Napoli forse non è la città più bella del mondo, ma ha la popolazione più bella del mondo».

Chiara Jaconis, perché i bambini erano rimasti soli? Il giallo della statuetta killer

Le indagini si stanno concentrando su chi fosse presente nell’appartamento da cui è caduta la statuina di pietra, del peso di circa due chili. Sembra che due bambini fossero presenti in casa al momento dell’incidente, e l’attenzione degli investigatori si è focalizzata su uno dei due, un minore non imputabile. Resta da chiarire se l’oggetto sia stato lasciato cadere accidentalmente o lanciato. Tuttavia, una domanda fondamentale continua a emergere: perché i bambini erano soli in casa? Secondo quanto riportato dal Corriere di Napoli, i genitori non erano presenti al momento dei fatti, e una terza persona, presumibilmente una babysitter, avrebbe dovuto prendersi cura dei piccoli.

Nel frattempo, i genitori del bambino sospettato di aver lasciato cadere la statuina sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Durante l’interrogatorio con i pubblici ministeri Barela e Capasso, hanno negato qualsiasi coinvolgimento diretto, sostenendo di non aver mai visto quella statuina prima dell’incidente. Gli inquirenti stanno valutando se l’oggetto fosse presente in casa e se uno dei bambini lo abbia portato fuori, determinando così il tragico evento.

Chiara Jaconis, perché i bambini erano rimasti soli? Il giallo della statuetta killer

La Procura di Napoli ha delegato alla Polizia l’acquisizione di un video registrato da un sistema di videosorveglianza, che riprende il momento esatto in cui la statuina colpisce Chiara Jaconis alla testa. Il video, che mostra anche le fasi immediatamente precedenti la tragedia, è stato inserito nel fascicolo delle indagini. Le immagini evidenziano come la statuina si sia frantumata in pesanti schegge prima di colpire la giovane, aggiungendo un ulteriore dettaglio all’ipotesi di omicidio colposo formulata dagli investigatori.

Il padre di Chiara, Gianfranco Jaconis, ha rivolto un appello alla comunità e ai media, chiedendo il rispetto della privacy della famiglia e la rimozione dai social network e dal web dei video che mostrano l’incidente. In una dichiarazione straziante, ha detto: «Vorremmo che i video riguardanti Chiara che circolano sulla rete, specialmente quello in cui è ripresa mentre viene colpita dal vaso, vengano rimossi dal web in quanto, anche accidentalmente, si tratta di immagini troppo forti per noi e non vorremmo più vederle. Facciamo innanzi tutto appello alla comprensione umana. Spero si capisca che per noi sono immagini strazianti».

Continua a leggere su Chronist.it