L’ex boss della banda della Comasina verrà trasferito in una RSA
Renato Vallanzasca, l’ex boss della banda della Comasina, detenuto da 52 anni, è stato trasferito dal carcere milanese di Bollate ad una struttura assistenziale con differimento pena in regime di detenzione domiciliare. È questo quanto deciso dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha accolto l’istanza di differimento pena per una grave forma di decadimento cognitivo, presentata dagli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, col parere favorevole della Procura generale.
“Demenza senile, Alzheimer e deliri notturni”: Vallanzasca esce dal carcere
“Fine pena mai”. I giudici avevano deciso di punire così Renato Vallanzasca, oggi 74 anni, considerato uno dei più efferati criminali italiani, autore di numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona. Per questo, “il bel René” è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione.
Tuttavia, il pg di Milano, Giuseppe De Benedetto, nell’udienza del 10 settembre aveva spiegato che “è accertata la diagnosi di demenza, c’è incompatibilità conclamata con la detenzione in carcere.
Inoltre, è venuto il momento di modificare la condizione detentiva, da eseguire nella struttura che ha dato disponibilità”.
La giudice Carmen D’Elia aveva ripercorso tutte le relazioni, anche del servizio di medicina penitenziaria, che hanno dato conto in questi mesi delle condizioni di Vallanzasca, non più autosufficiente. Condizioni che producono “paranoia, deliri notturni e afasia“. Questa serie di problemi lo hanno portato a cadere dal letto e ad essere ricoverato più volte.
Vallanzasca trasferito in una struttura per malati di Alzheimer
“Le sue condizioni non gli fanno nemmeno capire il senso della pena” – avevano scritto i difensori del criminale.
Un neurologo del servizio di medicina penitenziaria a fine luglio aveva segnalato che le “condizioni sono difficilmente compatibili col regime carcerario”. Il 74enne “ha perso completamento il controllo” e che deve essere trasferito in una struttura per malati di Alzheimer.
Inoltre, anche i medici di Bollate in un ultimo accertamento hanno evidenziato che è “disorientato nel tempo e parzialmente nello spazio”. I suoi comportamenti sono stati definiti “inadeguati” e il suo atteggiamento “scarsamente collaborativo”.
Vallanzasca esce dal carcere: “Peggiora il suo stato”
I legali Muzzi e Limentani avevano parlato di una malattia che per la prima volta si è manifesta nel gennaio 2023 e in rapido e progressivo peggioramento.
Inoltre, secondo gli avvocati, “l’ambiente carcerario peggiora il suo stato“.
Per questo, la difesa è riuscita a raccogliere la disponibilità della “più grande struttura veneta che si occupa di malati di Alzheimer e demenza”. Questa casa di cura, che si trova in provincia di Padova, sarebbe legata alla Chiesa.
Per Vallanzasca prima dell’estate il Tribunale aveva riattivato i permessi premio in una comunità terapeutica. Infine, nel maggio 2023 il Tribunale di Sorveglianza aveva rigettato un’istanza analoga di differimento pena, ma all’epoca non era stato individuato un luogo di cura.