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Strage di Paderno: svelato il piano del 17enne che voleva incolpare il papà

Strage di Paderno Dugnano, le ultime parole delle vittime del 17enne

Strage di Paderno, svelato il piano del 17enne che voleva incolpare il papà: “Ho arrotolato una maglietta attorno al coltello”

Poco per volta, giorno dopo giorno, gli inquirenti stanno lentamente ricostruendo la terribile strage di Paderno Dugnano. Nella notte tra sabato e domenica scorsa, infatti, un 17enne ha ucciso il suo fratellino di 12 anni, suo padre e sua madre con 68 coltellate. Nella giornata di giovedì 5 settembre, dopo diversi giorni passati in carcere, il minore reo confesso è stato interrogato e ora dopo ora stanno emergendo gli sconcertanti dettagli del delitto.

Strage di Paderno Dugnano: il ‘piano’ del 17enne

Ho pensato di farlo la sera della festa di compleanno di papà”, ha detto il 17enne autore della strage di Paderno Dugnano. “Era da tempo che sentivo un malessere, mi sentivo oppresso. Volevo essere libero, pensavo che dopo questo gesto avrei avuto il coraggio di partire”. Inizia così il racconto di Riccardo Chiaroni davanti al gip. Il giovane, poi, ha rivelato anche di aver pensato di poterla fare franca, incolpando il papà. “Sono andato a dormire con loro, ma sono stato sveglio ad aspettare che si addormentassero. Quando si sono addormentati sono sceso giù, ho preso una maglietta nera e l’ho divisa a metà per impugnare il coltello perché avevo intenzione di pulire il coltello per far incolpare altri”.

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Le ultime parole dei genitori e le turbe del 17enne

La strage di Paderno Dugnano è iniziata con la morte del fratellino 12enne. “Si è svegliato, ha urlato papà. Gli ho tappato la bocca e ho continuato”. Poi, il 17enne si è recato nella stanza dei suoi genitori, che dopo aver acceso la luce hanno detto le loro ultime parole. “Cosa ci fai con il coltello in mano?”. “Loro mi hanno detto di stare calmo, sono venuti in camera con me e lì li ho aggrediti. Da tempo sentivo un malessere, cercavo una soluzione. È da quest’estate che sto male, ma da mesi mi sentivo distaccato dagli altri. Mi sono sempre sentito diverso da tutti quanti. Li percepivo come meno intelligenti. Ritenevo che si occupassero di cose inutili, vedevano problemi. Forse il debito in matematica può avere influito”. Conclude, infine, il 17enne: “Pensavo ad allontanarmi da casa, a staccarmi dai genitori. Volevo chiudere con la mia vita di prima”.

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