L’avvocata Malberti ha parlato con il 17enne Riccardo, autore della strage di Paderno Dugnano e ha fatto sapere che i nonni vogliono star vicini al nipote
Enrica Michela Malberti, dal 2022 presidente dell’Ordine degli avvocati di Monza, è stata dal tribunale come tutrice di Riccardo C., il 17enne che nella notte tra sabato 31 agosto e domenica 1 settembre ha sterminato la sua famiglia a Paderno Dugnano, in provincia di Milano: papà, mamma e fratellino di 12 anni. Il massacro è avvenuto poche ore dopo il 51esimo compleanno di suo padre Fabio.
In un’intervista a Il Giorno l’avvocata ha descritto lo stato attuale del ragazzo a seguito dell’udienza con il gip per i minori. La Malberto ha riferito inoltre di aver visto piangere Riccardo nel corso dell’udienza. “L’ho trovato tranquillo, ha affrontato bene la situazione anche se spesso durante l’udienza ha pianto, mentre parlava di quello che è successo si è commosso.”
Per l’avvocatessa il minore potrebbe essere da considerare anche una quarta vittima della vicenda. “Quello che è accaduto è una tragedia e a mio modo di vedere lui è la quarta vittima. Dopo l’interrogatorio gli ho parlato, senza fare riferimento all’eco della stampa all’esterno per non influenzarlo e lui mi ha confermato che vuole incontrare i nonni. Al momento sarei l’unica che può parlare con lui da sola, anche senza la presenza del difensore, ma non c’era motivo per escluderlo.”
La legale come un genitore
Nonostante tra circa un mese Riccardo sarà maggiorenne, la Malberti non ha nessuna intenzione di lasciarlo al suo destino. Come fa sapere al Quotidiano Nazionale. “Sono il suo legale rappresentante, una figura che per certi versi può somigliare a quella di un genitore. Io non ho figli, ho due nipoti che hanno superato i 25 anni. Ma è da 30 anni che mi occupo di tutela, anche di minori. Un caso che coinvolge un minore per un reato così grave non mi è mai capitato, ma mi sono occupata di minori per reati di minore gravità o problematici.”
E aggiunge: “Quello che si potrà fare dipende anche molto da quello che deciderà il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, anche in riferimento alla misura di custodia cautelare, se disporrà quella del carcere chiesta dalla Procura oppure quella meno afflittiva dell’affidamento ad una comunità come chiesto dal difensore.”
Riguardo al caso anche i nonni avrebbero potuto essere nominati tutori ma si sarebbe incappati in un conflitto di interesse poiché gli anziani sono parti offese nel procedimento penale e anche coinvolti nelle questioni ereditarie.” Al momento l’avvocatessa conferma che, in quanto tutore “potrò anche accedere al fascicolo penale, conferire con il difensore del minore e incontrare nuovamente i nonni, che hanno confermato di voler stare vicino a Riccardo per cui nutrono un forte sentimento di pena e compassione. Il tempo a disposizione non è molto, ma starò accanto a Riccardo e ai suoi parenti cercando di intercettare i suoi bisogni.”