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Strage di Paderno Dugnano, il padre ucciso mentre cercava di salvare il figlioletto 12enne

Paderno Dugnano, padre ucciso mentre tentava di salvare il figlioletto 12enne

Il 17enne autore della strage di Paderno Dugnano, dopo aver ucciso il fratellino si è scagliato sulla madre e poi sul padre che aveva cercato di salvare il piccolo

Trapelano ancora particolari inquietanti dall’interrogatorio al 17enne autore della strage di Paderno Dugnano e riguardanti, stavolta, la fredda e brutale modalità con cui è stato ucciso il padre, Fabio Chiaroni. A due giorni dal massacro dell’intera famiglia per mano di uno dei componenti, al momento in carcere, emergono nuovi sviluppi.

Il reo confesso, infatti, ha prima ucciso Lorenzo, il fratellino di appena 12 anni, che dormiva nella sua stessa camera da letto. Le urla del piccolo hanno svegliato i genitori che sono corsi nella stanza dei figli. Ad attenderli, di soppiatto, il 17enne che si è scagliato prima su Daniela Albano, la madre, che è caduta a terra. Successivamente il giovane assassino ha aggredito il padre che stava cercando di salvare Lorenzo esanime. L’uomo è stato accoltellato al collo ed è deceduto poco dopo.

Così il 17enne ha contattato il 112 dando poi, nella sua prima versione, la colpa della strage al padre. Nel corso della conferenza stampa, il tenente dei carabinieri di Paderno Dugnano ha riferito che il colpevole ha sempre mantenuto “un tono pacato ed è sempre stato lucido. Nessuno poteva immaginare una cosa simile. In ambito famigliare nulla era emerso.” L’intera famiglia era appena tornata da una vacanza insieme e poche ore prima della strage avevano festeggiato il 51esimo compleanno di papà Fabio.

Il ragazzo, nel corso dell’interrogatorio, aveva anche cercato di motivare il suo impulso omicida. “Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio.” Sottolineando inoltre di aver premeditato da tempo l’omicidio dei familiari.

Nel corso della conferenza ha parlato anche la procuratrice Sbrina Ditaranto, della Procura dei minori di Milano. “L’interrogatorio è iniziato subito con la sua confessione: non è stato interrogatorio in cui abbiamo dovuto scavare a fondo per fare emergere la verità. Il ragazzo era molto provato dall’attesa. Stava cominciando a rendersi conto della gravità di quanto commesso. Alla presenza del difensore ha immediatamente ritrattato la versione che aveva fornito e accusandosi autore di tutti e tre gli omicidi. Dal punto di vista giudiziario non abbiamo movente, di quello sociologico sono aperte le strade e le indagini.”

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