Il genitore del giovane 23enne racconta i dettagli delle ore precedenti e successive al decesso: “Vogliamo giustizia”
Omar muore dopo una rissa in discoteca, è giallo: parla la madre. Omar Bassi, un giovane di 23 anni di Bollate (Milano), è tragicamente morto il 5 agosto mentre era in vacanza in Calabria con la sua famiglia. La sua morte è avvenuta due settimane dopo essere stato coinvolto in una rissa a Origgio, nel Varesotto, dove si era trovato per cercare di separare le persone coinvolte. Secondo quanto raccontato dalla cugina Michelle Sala, Omar detestava la violenza e quella sera si era messo in mezzo solo per difendere il fratello minore e il cugino.
Dopo la rissa, Omar era stato colpito ripetutamente alla testa e, successivamente, era andato in un ospedale del Milanese per essere visitato. I medici lo avevano dimesso con una prognosi di pochi giorni, consigliandogli di prendere antidolorifici e di tornare solo se i sintomi si fossero ripresentati. Tuttavia, nei giorni successivi, la madre di Omar aveva notato che il figlio a volte sembrava perso nel vuoto. «All’ospedale di Garbagnate – spiega al Corriere Giuseppina Sala – gli viene fatta una “tac” encefalo, e l’esito non fa emergere nulla di particolare».
Omar muore dopo una rissa in discoteca, è giallo: parla la madre
Per i medici bastano antidolorifici in caso di necessità, deve tornare da sloro solo se ri ripresentano mal di testa e vertigini. «Ma durante i giorni successivi, mentre lo osservavo, ogni tanto sembrava perso nel vuoto, assente. Ma cercavo di stare serena». Purtroppo, il 4 agosto, mentre era sotto la doccia, Omar si è sentito male e si è accasciato a terra. Nonostante la corsa in ospedale, è morto la mattina successiva.
La famiglia di Omar sta cercando giustizia, puntando il dito contro gli aggressori e contro i medici che avrebbero sottovalutato le conseguenze del pestaggio. Hanno avviato una raccolta fondi su GoFundMe chiamata “Giustizia per Omar Bassi”, con l’obiettivo di raccogliere 15mila euro per sostenere le spese legali e per far emergere la verità su quanto accaduto. Finora, sono stati raccolti oltre 5mila euro.
Il corpo di Omar, dopo l’autopsia in Calabria, verrà riportato a casa. La famiglia continua la sua battaglia per ottenere giustizia.