Nelle scorse ore sono state diffuse delle intercettazioni riguardanti il primo colloquio in carcere tra Filippo Turetta e i genitori. Era il 3 dicembre scorso e solo pochi giorni prima Giulia Cecchettin era stata uccisa con 75 coltellate. In quell’occasione, però, il padre di Turetta, intercettato, forse per sollevare il figlio a rischio suicidio, pronunciò delle frasi che secondo alcuni avrebbero minimizzato il femminicidio. In queste ore, infatti, sono giunte le prime rabbiose reazioni dei familiari di Giulia alle intercettazioni.

Nicola Turetta a Filippo: “Non ti potevi controllare”

Nello specifico, il papà di Turetta, durante il colloquio in carcere disse al figlio: “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico. Ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare”. Aggiungendo poi: “Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. Sarebbero queste, dunque, le parole di Nicola Turetta intercettate durante il colloquio, che avrebbero mandato su tutte le furie i familiari di Giulia Cecchettin.

Potrebbe interessarti anche: Mamma, papà e gemellini di 6 anni travolti sulle strisce: Giovanni muore a 46 anni

La reazione rabbiosa dei familiari di Giulia alle intercettazioni dei Turetta

Sconvolti dalle intercettazioni emerse, i familiari di Giulia hanno immediatamente replicato indignati. Il primo a commentare, sdegnato, le conversazioni in carcere dei Turetta è stato il cugino di Giulia. “Sono profondamente deluso e arrabbiato. Il padre di Filippo ha fallito come persona e come genitore. Anziché riconoscere la gravità del crimine commesso dal figlio, ha cercato di minimizzarlo, dimostrando una mancanza totale di responsabilità e comprensione. Questo atteggiamento vergognoso non solo manca di rispetto a Giulia e alla nostra famiglia, ma perpetua una cultura di violenza e impunità che deve essere fermata”.

Mentre lo zio di Giulia, replica: “Se non fosse stato per la mia insistenza sareste ancora a casa ad aspettare. In cambio invitatemi alla laurea. Da adesso i messaggini mandateli a Babbo Natale”.

Lo sfogo di Elena: “Non sono sorpresa”

L’ultimo dei familiari di Giulia a commentare le intercettazioni di Nicola e Filippo Turetta è, infine, la sorella Elena. “Non credo di aver molto da aggiungere alle parole che ho detto a novembre – dice la giovane -. Di mostri non ce ne sono, c’è però una normalizzazione sistematica della violenza, e in quanto sistematica dipende dalla nostra società, dipende da tutti. Non sono sorpresa di certe notizie, assolutamente. E quindi ribadisco il concetto. La liberazione della violenza patriarcale parte dal rifiutare la violenza contro le donne e contro le minoranze, rifiutare ogni giustificazione, perché non c’è mai una giustificazione per l’oppressione”.

Continua a leggere su Chronist.it