Era il 3 dicembre scorso quando i genitori di Turetta incontrarono per la prima volta il loro figlio in carcere. Filippo, infatti, dopo l’omicidio di Giulia e la fuga in Germania, era stato fermato e ricondotto in Italia. In queste ore, mesi dopo tale incontro, sono state diffuse le intercettazioni del colloquio. Durante l’incontro, il papà di Turetta ha cercato di dare forza al figlio che in quel momento era a rischio suicidio. Tuttavia, le parole dell’uomo, minimizzando la tragedia accaduta, hanno scioccato l’opinione pubblica.

Le parole dei genitori di Turetta intercettate nel carcere di Montorio

L’incontro del 3 dicembre scorso nel carcere di Montorio tra i genitori e Turetta durò circa un’ora. Le loro parole, intercettate, sono state poi usate all’interno del fascicolo processuale e in queste ore sono state rese note. “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico. Ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare”, è quanto detto dal papà di Turetta al figlio.

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Il 22enne andrà a processo il prossimo 23 settembre

Poi, i genitori di Turetta, durante l’incontro in carcere aggiungono: “Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. Infine, la chiacchierata si conclude con il 22enne che rivela di non aver detto tutta la verità all’avvocato. “Magari non ce la faccio a riferirgli tutto, io non ho detto tutto”. Filippo Turetta, ormai in carcere da 8 mesi per l’assassinio di Giulia, uccisa con 75 coltellate, andrà a processo il prossimo 23 settembre. Il 22enne dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dal legame affettivo e dallo stalking.

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