Site icon Chronist

Il ‘vigile in mutande’ vince anche in Cassazione: 130mila euro di risarcimento

vigile mutande vince cassazione

vigile mutande vince cassazione

Alberto Muraglia è riuscito a ottenere una sentenza definitiva che prevede arretrati ricchissimi, ma per la difesa non finisce qui

Il ‘vigile in mutande’ vince anche in Cassazione: 130mila euro di risarcimento. Le sue foto mentre timbrava il cartellino hanno fatto il giro del web. Ma Alberto Muraglia, ex vigile di Sanremo, ha ottenuto una vittoria definitiva in Cassazione. La Suprema Corte ha respinto il ricorso del Comune contro la sentenza della Corte di Appello civile, che aveva già dichiarato illegittimo il licenziamento di Muraglia. Il Comune ha dovuto versare all’ex agente di polizia locale arretrati per circa 130mila euro. Muraglia ha accolto con soddisfazione la decisione della Cassazione.

Il legale di Muraglia ha chiarito: “Obiettivamente lui ha ragione. La realtà era molto diversa da quella che poteva apparire da quelle foto”. Ora inizia un’altra battaglia per l’ex vigile riguardo all’ammontare del risarcimento. Secondo i legali, quello attuale non contempla voci come le ferie non godute, la rivalutazione e gli interessi.

Il ‘vigile in mutande’ vince anche in Cassazione: 130mila euro di risarcimento

Muraglia venne licenziato nel 2015 nell’ambito dell’operazione “Stachanov” della Guardia di Finanza, accusato di truffa ai danni dello Stato nel caso dei “furbetti del cartellino”. Una foto lo immortalava mentre timbrava il cartellino senza pantaloni. Per risarcirlo, il Comune ha dovuto riconoscere un debito fuori bilancio.

L’avvocato di Muraglia aveva spiegato dopo l’assoluzione in primo grado: “Svolgeva gratuitamente anche il lavoro di custode del mercato, per questo gli era stato dato in cambio l’alloggio. La timbratrice era proprio accanto all’abitazione. Per quattro volte in un anno è capitato che Muraglia abbia timbrato mentre si vestiva o abbia chiesto alla moglie di farlo perché non poteva. Esattamente come fanno tutti i vigili di questo mondo che prima timbrano e poi indossano la divisa. Pochi istanti dopo era già in servizio e faceva multe. Non ha rubato un euro all’amministrazione”.

Continua a leggere su Chronist.it

Exit mobile version