Massimo Abate, oncologo del reparto di oncologia Pediatrica all’ospedale Santobono di Napoli, è morto lunedì 15 luglio a 60 anni. Per tutti quelli che lo hanno conosciuto e ammirato la sua dedizione al servizio dei più piccoli, il medico era l’angelo dei bambini. A rendere nota la tragica dipartita dell’oncologo è stato l’ospedale napoletano stesso. In queste ore, tuttavia, a ridosso del suo funerale, in moltissimi, soprattutto genitori dei bimbi curati dal 60enne, hanno voluto ricordare il loro primo incontro con Massimo Abate.
Morto l’oncologo Massimo Abate: le commuoventi testimonianze dei genitori dei bimbi curati
Nel pomeriggio di martedì 16 luglio, a Lucera, in provincia di Foggia, la famiglia dell’oncologo Massimo Abate ha salutato per l’ultima volta il medico prematuramente scomparso a 60 anni. Contemporaneamente però, centinaia di utenti da ogni parte d’Italia hanno voluto ricordare il medico attraverso testimonianze della sua dedizione al lavoro di oncologo. Il papà di una bimba curata dall’oncologo, per esempio, ha scritto: “Un santo sulla terra nel settembre 2022 prende mia figlia in cura con grande garbatezza facciamo un colloquio e dopo avermi confrontato cn mia moglie decidiamo di proseguire le diamo in mano la vita di nostra figlia gli dissi… mi guardò negli occhi e mi disse proviamo. Ad oggi dopo due anni stiamo facendo solo esami di routine. Grazie di vero cuore sin lassù, soprattutto proteggi i tuoi bimbi come hai fatto sulla terra”.
“Non è giusto! Non può essere vero che un uomo, di questa caratura e importanza per la salute dei nostri figli deve andare via così – ha scritto il padre di un altro bimbo curato dall’oncologo Massimo Abate -. Caro Dottore Abate se oggi mio figlio vive e cresce bene e solo grazie alla tua professionalità e umanità, sei stato l’unico spiraglio di luce nel buio della malattia di mio figlio, non avrò mai possibilità di ringraziarti e pregherò sempre per te che il Signore ti abbia in gloria per quello che hai fatto e lasciato. Un abbraccio alla famiglia Abate”.
“Durante le sue ferie estive partiva in missione in Congo”
Tra le tante testimonianze simili, inoltre, spicca quella dell’associazione Aifo Inclusione e Cura. “Massimo non era solo un medico straordinario, ma anche un essere umano di rara sensibilità e compassione. Durante le sue ferie estive partiva in missione per noi di AIFO anche per compiere la valutazione di numerosi progetti e lo faceva in maniera impeccabile: tantissime sono state le sue missioni nella Repubblica Democratica del Congo. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia e di coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo”.