Il detenuto, oggi recluso a Verona, avrebbe promesso “futuri favori” una volta libero. Aperto un fascicolo d’indagine
Chico Forti ha chiesto a un altro recluso del carcere di Verona di contattare la ‘ndrangheta. Lo scopo? «Mettere a tacere» Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona. In cambio, avrebbe promesso «futuri favori» una volta libero, quando potrebbe candidarsi con il centrodestra. L’ex campione di surf è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti ed è in carcere a Montorio da oltre un mese. Avrebbe chiesto all’altro recluso di «contattare qualche ‘ndranghetista» per far tacere chi ricordava i suoi trascorsi in America e protestava per il suo ritorno trionfale. Fece scalpore il titolo «Benvenuto assassino» dedicatogli da Il Fatto Quotidiano. Il procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha aperto un fascicolo a modello 45 sulla vicenda, ossia senza indagati né reati ipotizzati.
Il detenuto contattato da Forti avrebbe avvertito il Garante dei detenuti, pregandolo di informare il direttore del Fatto. Un altro recluso presente al colloquio ha confermato le frasi di Forti. I testimoni sono stati già sentiti dalla procura, e Travaglio ha segnalato la vicenda ai pubblici ministeri. Il detenuto che ha avvertito il garante è in carcere dal marzo 2023 per una misura cautelare del tribunale di Torino. È accusato di truffa e rapporti con una struttura locale della ‘ndrangheta, ma non affiliato né coinvolto in fatti di sangue. Il reato ipotizzabile è quello dell’articolo 115 del Codice Penale: accordo per commettere un reato, che non prevede pena se il reato non viene commesso.
Chico Forti dal carcere: “Fate tacere Travaglio e la Lucarelli”
Il detenuto ha raccontato che Forti era diventato un assiduo frequentatore della sua cella per le “spaghettate” e gli avrebbe chiesto di parlare con i suoi amici per mettere a tacere Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli, promettendogli favori futuri. Forti avrebbe detto che, una volta ottenuto l’annullamento della condanna, avrebbe considerato una carriera politica con il centrodestra. Fratelli d’Italia ha smentito la possibilità di candidature di Chico Forti. La procura ha fatto stilare una relazione di servizio ai carabinieri e l’ha inoltrata al Dap, e il prefetto di Verona ha ricevuto una relazione sulle esigenze di sicurezza delle tre persone in pericolo.
Le critiche a Forti sono costate a Travaglio una lite con le Iene. Anche per l’apertura del 19 maggio scorso, il giorno dopo il ritorno in Italia di Forti con accoglienza della premier. Nel 2020, l’allora ministro Luigi Di Maio aveva annunciato un ritorno poi mai concretizzatosi. Travaglio aveva detto: «Ciascuno è libero di dubitare della colpevolezza ma per la giustizia americana Chico Forti è un assassino». Per tornare in Italia, Forti ha dovuto accettare la sentenza di condanna, riconosciuta dalla Corte d’Appello di Trento, facendo di lui un assassino anche per la giustizia italiana. Travaglio ha criticato Meloni per aver mandato a prendere Forti con un Falcon dell’aeronautica militare e per averlo accolto come un eroe nazionale.
Chico Forti dal carcere: “Fate tacere Travaglio e la Lucarelli”
Forti è stato condannato negli Usa per un «felony murder», ovvero un omicidio consumato per commettere un altro crimine, in questo caso una truffa al padre dell’uomo che ha ucciso, Dale Pike. Anthony Pike, afflitto da demenza senile, stava per vendere il suo albergo a Forti. Dale Pike aveva scoperto l’inganno ed era volato a Miami per impedirlo. Tra le prove a carico di Forti ci sono la sabbia della spiaggia dove Pike fu ucciso ritrovata sulla sua auto, i tabulati telefonici che lo collocano sulla scena del crimine, e la sua pistola: una calibro 22, come quella dell’assassino. Forti era stato condannato all’ergastolo «life without parole», senza possibilità di uscire, e aveva trascorso 24 anni nel carcere della Florida fino al suo arrivo in Italia.