È venuto a mancare a 77 anni a causa di un malore mentre si trovava in ospedale. Il mondo del calcio lo piange

Morto Comunardo Niccolai, il ‘re degli autogol’. Il mondo dello sport piange la scomparsa dell’ex calciatore e allenatore che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano. Protagonista dello storico scudetto del Cagliari nella stagione 1969/70, Niccolai è noto anche come il “re degli autogol”. È venuto a mancare a 77 anni a causa di un malore mentre si trovava in ospedale.

Il nome Comunardo ha una storia particolare: suo padre, un portiere del Livorno e convinto antifascista, lo chiamò così in riferimento alla Comune di Parigi del 1871, un governo di ispirazione socialista. La madre, democristiana e cattolica, non ha mai accettato quel nome e lo chiamava sempre Silviano.

Niccolai è stato ribattezzato “re degli autogol” non tanto per il numero, visto che ne realizzò sei, ma per la spettacolarità degli stessi. Uno dei più noti è quello segnato in uno Juventus-Cagliari del 1970, quando anticipò Zigoni, trasformando un cross di Furino in un’autorete.

Morto Comunardo Niccolai, il ‘re degli autogol’

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Niccolai, in un’intervista all’AIC, ricordava alcuni dei suoi autogol e spiegava che, a causa dei suoi interventi spesso spericolati, capitava che arrivasse scoordinato sulla palla. “Rammento gli autogol, uno a Catanzaro nella 300ª gara arbitrata da Concetto Lo Bello, uno a Perugia, uno contro la Roma e uno a Firenze. Al Franchi non avevo colpa perché il portiere, anziché parare, abbassò il braccio e la palla mi rimbalzò addosso. D’altra parte, i miei interventi erano spesso un po’ spericolati e capitava che arrivassi sulla palla scoordinato. Sembrava che ne segnassi 10 a stagione… Per fortuna feci anche 4 gol veri. Mi piacerebbe essere ricordato per il Mondiale ’70, per lo scudetto a Cagliari o per la carriera da allenatore, ma in fondo l’importante è essere ricordati”.

Soprannominato “agonia” per il suo fisico asciutto, Niccolai era un difensore di primissimo livello che ha avuto molte soddisfazioni nella sua carriera. Il suo nome è associato soprattutto al Cagliari, con cui ha conquistato l’eccezionale scudetto del 1970, giocandovi per 12 stagioni. Ha giocato anche con Torres, Chicago Mustangs, Perugia e Prato. Nella nazionale italiana, ha vinto l’argento ai Mondiali di Messico ’70, dopo aver completato tutta la trafila delle nazionali giovanili.

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