A due giorni dalla tragica morte di Clelia Ditano, deceduta a 25 anni precipitando dall’ascensore dell’appartamento in cui viveva, non si placano le polemiche. In queste ore, gli inquirenti hanno tentato di ricostruire quanto avvenuto nel condominio di via Piave, a Fasano e sono stati ascoltati i genitori della giovane vittima. Tuttavia, chi non le manda certo a dire, sono invece i condomini del palazzo accanto, che puntano il dito contro la ditta che effettua la manutenzione dell’ascensore.

Clelia Ditano morta cadendo dall’ascensore, la rabbia dei condomini

Secondo le prime informazioni trapelate, sembrerebbe che Clelia Ditano sia morta precipitando dall’ascensore che aveva la porta aperta, mentre la cabina era rimasta al piano terra. Un fatto, questo, che è sotto indagine e, infatti, l’ascensore risulta attualmente sotto sequestro. Alcuni condomini dei palazzi limitrofi, tuttavia, puntano il dito contro la ditta di manutenzione. “Nella nostra palazzina abbiamo intentato un contenzioso con la ditta che si occupa degli impianti. Non siamo a conoscenza dell’ultima volta che sono venuti a fare manutenzione, ma se dovessi dire quanto tempo è passato, non saprei dirlo”.

La ditta incaricata della manutenzione dell’ascensore in cui è caduta e morta Clelia Ditano, tuttavia, ha fatto sapere che l’ultimo controllo, avvenuto circa 2 mesi prima della tragedia, non aveva evidenziato criticità. Tali dichiarazioni, tuttavia, non spengono le polemiche dei condomini, che replicano: “Non ci spieghiamo cosa possa essere accaduto. Se la porta dell’ascensore non è chiusa perfettamente, l’ascensore non parte. Allora come mai dicono che Clelia abbia lasciato la porta aperta proprio per essere sicura che nessuno chiamasse l’ascensore prima di lei che doveva scendere nel giro di qualche minuto e l’impianto è sceso per fatti suoi al primo piano? E se fosse vera l’altra ipotesi che la ragazza abbia chiamato l’ascensore e credendo fosse arrivato al quarto piano si è fiondata all’interno cadendo nel vuoto come mai la porta si è aperta?”.

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“Abbiamo Paura”

Concludono infine, i condomini: “Noi vogliamo la verità, perché adesso abbiamo paura. Anche la mamma di Clelia ha rischiato di cadere nel vuoto. E poi ci sono i bambini. Si sa che i più piccoli prestano meno attenzione e spesso giocano con gli ascensori. Clelia Ditano non meritava di morire così”.

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