Gli insulti, gli schiaffi, le minacce e il rapporto con la sorella Elena Cecchettin: cos’è emerso dall’interrogatorio all’assassino di Giulia

Filippo Turetta ha parlato davanti al pubblico ministero di Venezia Andrea Petroni: il 22enne, reo confesso del femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha ammesso di essere stato violento già in altre circostanze nei confronti della vittima.
“Forse a fine ottobre c’eravamo alterati un po’ più del solito parlando dei motivi per cui ci eravamo lasciati. Io ero molto arrabbiato e le ho dato uno schiaffo su una coscia” – ha confessato Turetta, come riporta il Corriere della Sera.
Inoltre, l’assassino ha raccontato i dettagli degli attimi successivi all’omicidio. Turetta ha raccontato al pm di essersi sbarazzato del coltello con cui ha ucciso Giulia, uno dei due che aveva con sè, subito dopo aver lasciato la zona industriale di Fossò, dove c’è stata la parte finale dell’aggressione alla ragazza.

Caricando in auto Giulia, ormai agonizzante, la Fiat Punto era rimasta ferma 2-3 minuti sulla strada. “Non riuscivo a trovare il suo cellulare” – ha spiegato il giovane, aggiungendo che il telefonino era rimasto nella borsetta dell’ex fidanzata. “Ho gettato il coltello, il suo telefono e il tablet mio non molto dopo Fossò, in un piccolo fossato di una strada laterale“. Il computer di Giulia, invece, “l’ho messo fuori dalla macchina, in una strada di Aviano”. 

Le violenze, gli insulti e le minacce di suicidarsi di Turetta

 Tra i fatti di violenza emersi, sempre stando al Corriere, l’episodio dello schiaffo sulla coscia è avvenuto “in un parcheggio a Padova davanti a una gelateria”. “Lei è subito uscita dall’auto e se ne è andata via” – ha aggiunto il 22enne. Invece, in agosto, “in un’occasione, parlando di lasciarci, abbiamo discusso e a un certo punto lei voleva and are via. Io l’ho afferrata per un braccio per fermarla” – ha inoltre affermato. Inoltre, le liti erano già frequenti da prima e, in particolare, da quando la giovane aveva deciso di lasciare Turetta nel marzo 2023. Tuttavia, appena dopo due settimane i due erano tornati insieme, per poi lasciarsi nuovamente ad agosto. “C’erano state un paio di litigate pesanti, intorno a marzo soprattutto via messaggio, io non avendo superato un esame importante avevo cominciato a scriverle chiedendo che mi aiutasse nel ripasso, lei non voleva perché aveva altri impegni. Io le avevo detto che se non avessi superato l’esame mi sarei suicidato. Mi è scappato anche qualche insulto perché non riuscivo a controllarmi per la rabbia, le ho detto ‘maledetta str***a, idiota’ e anche ‘guarda che non ce la faccio, mi faccio del male'”.

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Turetta: “Alla sorella Elena non sono mai piaciuto”

Infine, Turetta ha anche parlato del rapporto, mai sereno, con la sorella di Giulia, Elena Cecchettin.
Probabilmente preoccupata per lo stato di ansia e costrizione nel quale sembrava trovarsi la sorella Giulia, Elena non avrebbe mai nascosto la sua poca simpatia nei confronti del 22enne.
Non avevamo molto rapporto. Lei era una persona difficile, poi sapevo di non esserle mai piaciuto“- ha confessato. Al magistrato Turetta ha inoltre raccontato che “non vi era alcun motivo particolare” a giustificare la scarsa fiducia di Elena,la sorella di Giulia Cecchettin nei suoi confronti. “Non saprei perché, non c’era un vero motivo. Forse un po’ perché lei era molto protettiva nei confronti della sorella – ha affermato -. Bastava una litigata per farmi guardare male da lei. Poi penso che da quando io e Giulia stavamo insieme, lei era praticamente sempre con me e non stava più a casa. Tutti i rapporti che aveva prima aveva iniziato a coltivarli sempre meno e frequentare sempre meno quelle persone perché vedeva me. Magari le dava fastidio aver perso il rapporto con sua sorella. Con lei non ho parlato quasi mai, forse solo in qualche occasione. Anche quando andavo a casa sua con me non parlava, non avevamo rapporto”.

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