L’appello degli amici e del sindaco di Orta: “Per favore basta far girare foto e video ripresi dai passanti, il dolore è già troppo, abbiate rispetto della famiglia”

Un duplice omicidio brutale, simile a un’esecuzione: Marco e Claudio Marrandino, fratelli di 40 e 29 anni, sono stati uccisi in strada, a Cesa, nel Casertano, davanti agli occhi increduli dei passanti, con sei colpi alla testa. Secondo gli investigatori, potrebbe essere economico il movente del delitto.
Infatti, la strage potrebbe essere legata a questioni economiche connesse a una vendita in un’asta giudiziaria. Nel primo pomeriggio di sabato 15 giugno, ad Orta di Atella, Marco e Claudio sono stati sparati in testa dal killer, che poi è fuggito, ma rintracciato e arrestato poco dopo.
Le vittime, incensurate, erano molto note a Cesa, di dove erano originari.
Marco Marrandino, avvocato, era stato in passato anche presidente del Consiglio comunale, eletto con una lista civica. Il fratello Claudio, invece, era un imprenditore del settore edile. Allo stato delle indagini non c’è certezza sulle ragioni che hanno spinto il presunto assassino, un operaio di 53 anni, anch’egli incensurato e di Cesa, a sparargli con una pistola e a ucciderli.

Cesa, fratelli uccisi in strada: tutte le possibili ipotesi

Tuttavia, gli investigatori non escludono alcuna pista. Infatti, va considerato anche che il duplice omicidio è avvenuto a poche dall’arresto di Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan pentito Francesco. Infatti, nei giorni scorsi, nel Casertano, si sono verificati diversi episodi violenti, raid con decine di colpi d’arma da fuoco esplosi anche ai danni dell’abitazione della stessa famiglia Schiavone a Casal di Principe, nell’imminenza, tra l’altro, della tornata elettorale.
Inoltre, chi indaga sta sentendo persone per capire se tra i protagonisti di questa tragedia vi fossero delle relazioni pregresse e di che natura e per ricostruire la dinamica del duplice omicidio.
I fratelli si trovavano a bordo di una Bmw bianca, di ritorno dall’aeroporto di Capodichino. Mentre l’operaio era al volante della sua station wagon. Il suv di Marco e Claudio sarebbe stato costretto a fermare la sua corsa dopo un inseguimento con la vettura del killer.
Sembra che qualcuno li abbia visti litigare, poi l’uomo ha estratto la pistola. Claudio è stato ucciso a bordo dell’auto, con la cintura ancora allacciata. Nel frattempo, Marco tentava di scappare. La vittima aveva il telefono in mano, presumibilmente per chiamare i soccorsi.

L’appello del sindaco di Cesa: “Basta far girare foto e video”

Una scena macabra immortalata con i telefonini da tanti automobilisti. A tal proposito, il sindaco di Cesa Enzo Guida ha lanciato un appello a tutti i cittadini che hanno immortalato il momento in cui i due fratelli sono stati uccisi. “Chiediamo rispetto per le due vittime. Stiamo assistendo alla circolazione di video e foto dell’episodio ed è qualcosa di molto brutto. Chiediamo a tutti di non condividere queste immagini atroci. Chiediamo alla comunità di rispettare il dolore ed è il miglior modo questo per onorare la memoria di Marco e Claudio”.
Anche un amico dei due fratelli ha condiviso il pensiero del primo cittadino di Cesa. “Per favore basta far girare foto e video ripresi dai passanti. Il dolore è già troppo, abbiate rispetto della famiglia” – ha detto al Corriere della Sera.

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