Si chiamava Anna Sviridenko la donna che nella serata di lunedì 10 giugno è stata uccisa dal marito a Modena. L’uomo, secondo le ultime informazioni al riguardo, avrebbe strangolato la mamma dei suoi figli, che era giunta nell’appartamento del 48enne per riprendere con sé i bimbi di 2 e 3 anni. Sarebbe proprio l’affidamento dei bambini, infatti, il movente del 27esimo femminicidio dell’anno in Italia.

Chi era Anna Sviridenko, la 41enne uccisa dall’ex marito

Anna Sviridenko, d’origine russa ma cittadina italiana, aveva 41 anni e da poco si era trasferita a Innsbruck con i figli. La donna si era una specializzanda in radiologia dell’IniMoRe e ad ucciderla è stato il suo ex marito, un ingegnere attualmente impiegato nell’azienda agricola di famiglia. Il 48enne, dopo la separazione dalla donna, con cui era stato sposato per cinque anni, era tornato a vivere con i genitori. Tra i due, tra l’altro, era in corso una battaglia legale per l’affidamento dei figli, che attualmente erano stati affidati alla mamma, trasferitasi a Innsbruck. Il delitto, infatti, sarebbe stato commesso proprio mentre la 41enne stava riprendendo con sé i bimbi di 2 e 3 anni che per qualche giorno erano stati con il papà.

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La battaglia legale in corso per l’affidamento dei figli

Per mesi, l’uomo aveva contestato la decisione del tribunale di affidare la collocazione prevalente dei bambini nell’abitazione della madre. Infine, lunedì scorso, il giorno stesso del femmicidio di Sara Sviridenko, uccisa con una cinta attorno al collo, il tribunale di Innsbruck aveva sancito l’affidamento condiviso dei bambini, che, tuttavia, sarebbero rimasti a vivere con la mamma. Il papà, secondo la sentenza, avrebbe avuto diritto alla visita nei tempi e nei modi ritenuti congrui dalla mamma. Inoltre, avrebbe dovuto vivere in una città differente da quella dei figli.

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