Non vuole apparire sui social o in televisione, desidera solo ritrovare il giovane e chiede che la privacy della famiglia sia rispettata
Natisone, la disperazione del fratello di Cristian Molnar. Il giovane, 25 anni, è ancora disperso dopo essere stato trascinato via dalla piena del fiume Natisone lo scorso venerdì. Le ricerche continuano senza sosta, coinvolgendo sub, droni e unità cinofile, nella speranza di trovare il giovane. Come noto, i corpi senza vita delle altre due vittime, Patrizia Cormos, di 20 anni, e Bianca Doros, di 23 anni, sono già stati recuperati.
Il fratello di Cristian, Radu, è sul posto e vive una disperazione intensa, descritta dal sindaco di Premariacco, che ha detto: “Il fratello di Cristian è un leone in gabbia, tormentato, convinto di trovare suo fratello vivo”. Radu non vuole apparire sui social o in televisione, desidera solo ritrovare Cristian e chiede che la privacy della famiglia sia rispettata.
L’avvocato della famiglia Molnar, Gaetano Laghi, ha dichiarato che i familiari non perdono ancora la speranza e ripongono piena fiducia nell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, che indaga sulle eventuali responsabilità nel ritardo dei soccorsi. La famiglia chiede alle autorità di continuare le ricerche di Cristian.
Natisone, la disperazione del fratello di Cristian
Cristian era appena tornato in Italia dopo aver visitato il fratello. Michele de Sabata, sindaco di Premariacco, ha espresso il dolore della comunità e la disperazione della famiglia Molnar. “Siamo stati assieme a Radu, il fratello di Cristian, che non resiste più. È una disperazione per lui e per i suoi genitori perché non riusciamo a dare loro l’unica cosa al mondo che ora desiderano”, ha detto il sindaco.
Le operazioni di ricerca sono particolarmente difficili a causa della conformazione del fiume, che presenta vortici e massi che potrebbero intrappolare i corpi. Nonostante gli sforzi incessanti, il sindaco ha avvertito che potrebbero passare anni prima di recuperare il corpo, come dimostrano altri casi simili. Tuttavia, la comunità continua a sperare e a cercare, determinata a dare alla famiglia Molnar la chiusura che tanto desidera.