“Stavano cercando il punto più basso dove poter attraversare, ma erano nel panico”, hanno spiegato

Ragazzi travolti nel Natisone, “potevano salvarsi”: il racconto dei soccorritori. La tragedia che ha colpito i giovani travolti dalla piena del fiume Natisone ha scosso profondamente la comunità. Il drammatico ritrovamento del corpo senza vita di Patrizia Cormos, una delle tre vittime, ha lasciato tutti con un senso di sconforto e impotenza. “La ragazza era in un anfratto nel fiume eroso dalle acque, speravo di non trovarla lì e non trovarla così” ha raccontato con tristezza uno dei volontari coinvolti nelle ricerche. Dopo il ritrovamento di Bianca Doros, 23 anni, le speranze sono ora tutte rivolte al recupero di Cristian Casian Molnar, il 25enne ancora disperso.

I tre giovani erano stati sorpresi dalla piena del Natisone mentre si trovavano su un isolotto, a pochi passi dalla salvezza. Secondo i soccorritori, avrebbero potuto salvarsi se non fossero stati presi dal panico. “Erano nel panico ma li separavano dalla salvezza soltanto un paio di metri d’acqua, con altezza ancora limitata”, ha spiegato uno dei primi testimoni giunti sul luogo. Il testimone, che ha subito allertato i soccorsi, ha aggiunto: “Stavano cercando il punto più basso dove poter attraversare, ma erano nel panico”.

Il sindaco di Premariacco ha confermato che i giovani avrebbero potuto tentare di attraversare il fiume in quel momento, ma probabilmente non l’hanno fatto per evitare di bagnarsi. “A sette metri da loro c’era un pompiere che non ha potuto fare nulla” ha detto il sindaco, sottolineando la rapidità con cui il fiume è cresciuto in intensità.

Ragazzi travolti nel Natisone, “potevano salvarsi”: il racconto dei soccorritori

I vigili del fuoco, arrivati rapidamente sul posto, hanno cercato di salvarli in vari modi, ma la corrente era già troppo forte. “Ci sono scivolati via” hanno raccontato alcuni soccorritori, descrivendo i loro sforzi vani di lanciare barchini e corde dal ponte. Uno dei pompieri ha persino tentato di attraversare il fiume per raggiungere l’isolotto, ma ha dovuto arrendersi.

Quando la piena del Natisone si è calmata, sono iniziate le ricerche che hanno portato alla scoperta dei corpi senza vita delle due amiche. Un volontario della Protezione Civile di Medea ha raccontato al Gazzettino: “Siamo venuti per cercare di recuperarli in vita, ma purtroppo l’epilogo è stato tutt’altro. Ora speriamo di trovare anche il ragazzo e chiudere questa brutta storia”. Con voce spezzata dall’emozione, ha aggiunto: “Come padre mi ha toccato particolarmente vedere questi ragazzi. Questo deve essere però anche un insegnamento che l’acqua non va mai presa sotto gamba”.

Le ricerche continuano senza sosta, con tutte le risorse disponibili in campo. Sergio Benedetti, vice comandante vicario dei Vigili del Fuoco di Udine, ha dichiarato all’Adnkronos: “Le condizioni del fiume vanno via via migliorando perché l’acqua, seppur molto lentamente, adesso sta diminuendo”. Sul posto lavorano sommozzatori, soccorritori fluviali, droni, team speleo e l’elicottero del reparto volo di Venezia. “Quarto giorno. Sono tutti qui. Non si molla, portiamo a casa Cristian” ha scritto sui social il sindaco Michele de Sabata, riflettendo lo spirito indomabile delle squadre di soccorso e della comunità intera.

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