Il 43enne Simone Casini venne ritrovato morto impiccato all’interno del suo camion nel luglio 2022

La Procura di Siena ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio in merito al caso di Simone Casini, il camionista 43enne trovato morto impiccato all’interno del suo camion il 27 luglio del 2022.
I genitori non avevano mai creduto al gesto volontario: così, le indagini “hanno portato alla certa individuazione della persona che si celava dietro ai profili virtuali con i quali il Casini intratteneva frequentazioni telematiche e telefoniche” – si legge in una nota degli inquirenti.
“Al momento non sono emersi elementi che possano consentire di ipotizzare la sussistenza di altri reati e le indagini proseguono per ulteriori approfondimenti del caso”.
Il riferimento è alla relazione online che l’uomo avrebbe intrattenuto per 8 anni con una donna spagnola di 28 anni che si faceva chiamare Enriquetta ma che in realtà non esisteva. Eppure, a lei o comunque al suo profilo, il camionista avrebbe consegnato circa 70mila euro.

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I genitori di Simone: “È stato prima ammazzato e poi impiccato”

I genitori del 43enne, assistiti dall’avvocato Enrico Valentini, sono stati ascoltati in procura lo scorso lunedì. “La nostra convinzione è che sia stato ammazzato e poi impiccato“, aveva detto il padre, chiedendo anche la riesumazione della salma. All’epoca della morte, infatti, sul corpo di Simone Casini non fu fatta alcuna autopsia, né il camion fu sequestrato. Ma tutti i profili social legati a Enriquetta sarebbero scomparsi dopo la morte del 43enne. Tra gli interrogativi esposti dai familiari, che si sono rivolti pure alla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, anche la scomparsa di un cellulare.
Nel frattempo, le indagini proseguono in attesa di scoprire la verità.

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