La nonna del neonato trovato morto sugli scogli è stata incastrata dalle telecamere: lo aveva messo in uno zaino abbandonandolo sugli scogli
Nella giornata di ieri, 29 maggio, è stata fermata una donna di 40 anni per il caso del neonato trovato senza vita all’interno di uno zaino tra gli scogli a Villa San Giovanni, nei pressi dello scalo dei traghetti che portano in Sicilia: si tratterebbe della nonna del piccolo. Nei giorni scorsi le indagini avevano portato alla scoperta che la madre 13enne del piccolo era del posto, affetta da debito cognitivo. Ma l’attenzione degli inquirenti in queste ore si è concentrata sulla nonna che è stata poi fermata e accusata di omicidio.
Stando ai risultati dell’autopsia, pare che il bimbo fosse ancora vivo al momento dell’abbandono. E le successive indagini da parte di polizia e carabinieri, con l’ausilio della Procura della Repubblica e della Procura per i minorenni di Reggio Calabria, hanno poi consentito di scoprire che il neonato è stato soppresso. Probabilmente per soffocamento. Pochi istanti dopo essere nato.
Il ruolo attivo della nonna
La svolta nelle indagini arriva proprio con la scoperta del ruolo attivo, nella morte del piccolo, da parte della madre della 13enne. Gli inquirenti hanno analizzato tutti le telecamere di videosorveglianza di zona riuscendo a ricostruire gli spostamenti della 40enne. E gli attimi precedenti all’abbandono del piccolo in uno zaino tra gli scogli.
In realtà c’era già stata precedentemente una segnalazione ricevuta dai carabinieri sullo stato di gravidanza della giovane. Di cui veniva indicato anche il nucleo familiare. La 13enne, inoltre, era stata accompagnata qualche tempo prima all’ospedale dove era stata confermata la gravidanza. Ma i medici avevano anche individuato una grave infezione in corso: una setticemia. La giovane avrebbe quindi partorito lo scorso fine settimana in circostanza ancora da chiarire, ma che avrebbero portato a serie conseguenze fisiche da parte della minore che hanno richiesto il suo ricovero.
Non si sa ancora nulla riguardo al padre della vittima.