“Il suo lavoro da barista gli ha gonfiato l’ego”. Dalla consulenza tecnica della difesa emerge “un profilo disturbante”
Impagnatiello “narcisista patologico”: la relazione dello psichiatra della difesa. Alessandro Impagnatiello, 31 anni, presenta un complesso disturbo della personalità con tratti narcisistici, ossessivo-compulsivi e paranoici. Questo è quanto emerge dalla consulenza tecnica della difesa, agli atti del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano. Il procedimento è in corso davanti alla Corte d’Assise di Milano. Impagnatiello ha ricostruito il delitto durante l’interrogatorio. Ha respinto le conclusioni dello psichiatra difensivo che ha evidenziato un vizio di mente, aprendo la strada a una richiesta di perizia.
Secondo lo psichiatra Raniero Rossetti, nominato dalle avvocatesse Giulia Geradini e Samanta Barbagli, le «vicende socio-lavorative nel corso degli anni hanno amplificato e ‘scoperchiato’» i disturbi di Impagnatiello. Il suo lavoro «di barista in un locale prestigioso e alla moda di Milano ha gonfiato via via» il suo «ego».
Nella deposizione, Impagnatiello ha raccontato: «in quell’ambiente vip (l’ArmaniCafè, ndr) io ci sguazzavo come un pesce nell’acqua – sono le sue parole – davo del tu a calciatori e veline, ero vezzeggiato e coccolato dai personaggi tv». Ha inoltre rivelato che tra un cocktail e l’altro avrebbe «chiesto a un personaggio famoso o comunque era stato sollecitato da questo a intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo».
Impagnatiello “narcisista patologico”: la relazione dello psichiatra della difesa
La consulenza riporta stralci dei due colloqui con il medico. Impagnatiello ha ripercorso la sua vita, la sua relazione con Giulia, quella parallela con la giovane collega e il giorno dell’omicidio. Ha spiegato di aver fatto «uno sforzo enorme per tenere tutto sotto controllo». Viveva «una specie di doppia vita» e gestendo «due persone che controllavo con false verità». Quando avrebbe preso «in braccio il bambino» suo e di Giulia, «questa doppia vita» sarebbe stata «spezzata».
Una volta smascherato dalle due donne, «mi sono sentito sconfitto, umiliato per aver perso il controllo che durava da 10 mesi». Ha affermato che quando ha pugnalato Giulia «ero in tilt». Quando ha confessato «la voglia di nascondere tutto era passata, forse era tornata la logica».
Il consulente ha rilevato un disturbo della personalità che ha portato Impagnatiello a non percepire più lucidamente Giulia come la sua compagna di vita e madre del figlio in arrivo, ma come «la nemica che aveva minato e poi mandato a pezzi la sua quotidianità». Questo disturbo è stato amplificato dall’attività lavorativa, dalla relazione con l’altra donna e dal narcisismo.
Il 27 maggio dell’anno scorso ha segnato per Impagnatiello il «crollo» definitivo. «Il narciso patologico, il manipolatore e l’astuto controllore di due vite femminili» è stato scoperto e ha dovuto «improvvisamente decadere dal suo ruolo».