Nel corso del processo alla vicedirettrice dell’asilo nido che è stata condannata per l’omicidio della bimba di 9 mesi
“Amava ridere, giocare con il tamburello, mangiare spaghetti alla bolognese e stare con la sua sorella maggiore”, hanno dichiarato avviliti i genitori di Genevieve Meehan, la bimba di 9 mesi uccisa dalla vicedirettrice dell’asilo nido perché “non voleva dormire.” La vicenda è accaduta il 9 maggio del 2022 nell’asilo di Cheadle Hulme a Stockport, in Inghilterra. E solo nella giornata del 20 maggio del 2024 una giuria composta da sei uomini e sei donne, presso la Crown Court di Manchester, ha condannato all’unanimità Kate Roughley colpevole di omicidio colposo nei confronti della piccola.
Il processo è durato quattro lunghe settimane nel corso delle quali è stata ripercorsa l’intera tragica e orribile vicenda. “Una bambina troppo rumorosa ed esigente”, e inoltre “richiedeva troppe attenzioni”. Queste le colpe di Genevieve uccisa dall’infermiera e vicedirettrice dell’asilo Kate Roughley. La 37enne ha punito la bimba sottoponendola a una “punizione” durata quasi due ore. Un’agonia terribile nella quale non faceva altro che ripetere incessantemente a Genevieve di smettere di lamentarsi.
La piccola è deceduta per asfissia dopo che l’infermiera l’ha messa a testa in giù, legata a un pouf e avvolta in una coperta. La Roughley ha creato per la bambina “un ambiente di sonno molto pericoloso” e l’ha fatto solo perché “non dormiva abbastanza”. Ha dichiarato Peter Wright, legale dell’accusa. La vicedirettrice, invece, si è difesa affermando che Genevieve aveva abbastanza spazio per muoversi e che avrebbe potuto, nell’eventualità, anche liberarsi. Di opinione totalmente opposta sono i risultati dell’autopsia, così come l’opinione dei pubblici ministeri e del giudice che l’hanno ritenuta colpevole.
Le parole del padre, John Meehan
Dopo il verdetto di lunedì, il padre di Genevieve, John Meehan, ha letto una dichiarazione della famiglia. Mentre sua moglie, Katie Wheeler, guardava in lacrime. Il padre si è scagliato contro l’infermiera 37enne. “Non ha mostrato alcun rimorso per la morte di Genevieve. Le sue espressioni di dolore durante il processo erano tanto insincere quanto offensive. Non perdoneremo mai l’insensibilità delle azioni di Kate Roughley.”
“Le era stata affidata la cura di nostra figlia, eppure ha messo i suoi interessi e i suoi interessi egoistici al di sopra della vita di Genevieve.” Ha continuato John. “Ha trattato nostra figlia con crudeltà e disprezzo. Sapendo quello che aveva fatto avrebbe potuto assumersi la responsabilità e salvare la nostra famiglia dal sopportare l’orrore di questo processo.”
Poi è riuscito stoicamente a raccogliere le forze necessarie per ricordare la sua amata Genevieve, senza scoppiare a piangere. “Amava ridere, giocare con il suo tamburello, mangiare gli spaghetti alla bolognese e stare insieme alla sua sorella maggiore.”
Nella prossima udienza verrà stabilita con precisione la pena che dovrà scontare la vicedirettrice.