I genitori del bimbo di 10 anni che si è tolto la vita a causa del bullismo hanno affermato di essersi lamentati più volte con la scuola

Un bimbo di soli 10 anni, Sammy Teusch, si è tolto la vita dopo aver sofferto per anni a causa bullismo inflittogli dai suoi compagni di scuola. Infatti, lo prendevano continuamente in giro per i suoi denti sporgenti e gli occhiali dalle lenti spesse. È iniziato tutto alle elementari ma le cose non sono cambiate nemmeno alle medie. Anzi, sono anche peggiorate fino al punto, un giorno, mentre era sullo scuolabus, in cui è stato selvaggiamente picchiato dai “compagni”.

Al suo funerale a Greenfield, in Indiana (Stati Uniti), si sono presentati in moltissimi. C’erano, oltre ai parenti, gli amici, i conoscenti e persino un corteo di motociclisti che ha scortato la piccola bara. I genitori di Sammy affermano di aver fatto più volte partecipe l’istituto delle continue vessazioni subite dal piccolo. Senza ricevere, tuttavia, alcuna risposta.

Sam e Nichole, genitori del bambino, hanno dichiarato che il loro figlioletto ha subito bullismo sia fisico che psicologico a scuola. E questi tormenti erano continui fino a quando Sammy non ce l’ha fatta più e si è tolto la vita, nella notte. Il picco dei maltrattamenti, come ricordato anche dai genitori, c’è stato mentre era in viaggio sullo scuolabus, quando i bulli “lo hanno picchiato, e gli hanno rotto gli occhiali e altra roba, dice Sam.”

“Lo prendevano in giro per gli occhiali, all’inizio.” Ha raccontato distrutto il padre. “Poi hanno iniziato con i denti, ed è andata avanti per un sacco di tempo. L’ho tenuto tra le braccia quando non c’era più, una cosa che nessun padre dovrebbe mai fare, e ogni volta che chiudo gli occhi non riesco a vedere altro.” Sam e Nichole hanno più volte fatto presente all’istituto di Greenfield dei continui maltrattamenti subiti dal figlio. Per fare in modo che la cosa fosse presa seriamente. “Ho chiamato e gli faccio ‘Cosa avete intenzione di fare al riguardo?’ È sempre peggio, e peggio, peggio. Non migliora.”

Anche la nonna del piccolo di 10 anni ha commentato la triste vicenda sottolineando le colpe della scuola. “Non possono continuare a dire di avere “tolleranza zero”, perché è evidente che non è nei confronti dei bulli. La loro “tolleranza zero” si riferisce al fatto che non si prendono responsabilità. La gente si fida e manda i figli nella loro scuola, ma ora quella fiducia si sta sgretolando.”

Nonostante le testimonianze dei parenti, la scuola continua però a negare che ci siano stati reclami da parte di Sammy o dei genitori. Il padre della vittima però non ci sta. “La scuola sapeva, col bullismo sul bus, a scuola e su tutti i social, come Snapchat.”

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