Le indagini riguardanti l’omicidio Cecchettin sono terminate nella giornata di mercoledì 16 maggio. Filippo Turetta, per il femminicidio di Giulia è stato accusato di omicidio volontario pluriaggravato. Quanto emerso dalle indagini, infatti, è una vera e propria storia dell’orrore. Turetta, infatti, ha ucciso la ex fidanzata con 75 fendenti mentre la giovane tentava disperatamente di proteggersi. Inoltre, è emerso in maniera inequivocabile, che il delitto era stato premeditato da almeno 4 giorni prima.
Turetta e la premeditazione del femminicidio di Giulia Cecchettin
Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, Turetta, che ha commesso il femminicidio di Giulia Cecchettin, aveva installato sullo smartphone della ex una app spia. Inoltre, gli esperti informatici hanno rinvenuto nel computer dell’omicida, un file cancellato da Turetta in cui aveva appuntato alcuni agghiaccianti promemoria. “Come legare Giulia con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e anche come tapparle la bocca”. Inoltre, negli stessi giorni aveva effettuato ricerche sul web con parole chiave come “nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri”. Per questo, dunque, Turetta andrà a processo con un cambio d’imputazione da omicidio volontario a omicidio premeditato, che non gli permetterà di chiedere il rito abbreviato.
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Le parole del magistrato
La linea di difesa secondo cui Turetta avrebbe commesso il femminicidio di Giulia perché: “Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa”, è stata definitivamente cancellata dalle evidenze delle indagini. Al riguardo, il magistrato ha dichiarato: “Giulia è stata legata mani e piedi e sulla bocca le è stato messo dello scotch”. Ciò, dunque, rende evidente la pianificazione del femminicidio.