Sono Laura Lupo, 62enne agente di polizia municipale di Palermo e suo marito Pietro Delia, 66enne commercialista, le vittime dell’omicidio suicidio avvenuto nella mattinata del 4 maggio a Palermo. Sulla dinamica della tragedia ci sarebbero, ormai, pochi dubbi. La vigilessa, infatti, ha sparato e ucciso il marito con la pistola d’ordinanza, poi ha rivolto l’arma verso di sé e ha fatto fuoco.

Vigilessa spara e uccide il marito, poi si toglie la vita

In queste ore, tuttavia, emergono nuovi, agghiaccianti dettagli sulla tragedia che ha colpito Palermo nella mattinata di sabato 4 maggio. Laura e Pietro, infatti, dopo un periodo di separazione, erano tornati insieme. Tuttavia, tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, quella riguardo a una possibile nuova crisi. Ad allarmare i soccorsi è stata la figlia dei due. La donna, infatti, commercialista come il papà, dopo averlo aspettato invano, insospettita dall’ingiustificato ritardo del genitore, ha deciso di chiamare le forze dell’ordine. Gli inquirenti, infine, hanno trovato in casa la vigilessa che ha sparato al marito, priva di vita, accanto al cadavere del marito.

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Le prime ricostruzioni della tragedia: 5 o 6 i colpi esplosi

Secondo le prime ricostruzioni della tragedia, la vigilessa che ha sparato al marito prima di farla finita, avrebbe esploso 5 o 6 colpi. 3 o 4 quelli inferti al marito, colpito al torace e allo stomaco. 2, invece, quelli verso sé stessa. Il primo, infatti, avrebbe solo sfiorato la tempia della vigilessa, rimasta viva. Il secondo, infine, definitivo, ha messo fine alla drammatica vicenda, lasciando aperti, tuttavia, tanti punti interrogativi. “Mai avremmo pensato potesse avvenire una tragedia simile”, dice uno dei familiari della coppia.

La Cgil, intanto, ha annunciato la presentazione di un esposto in procura. “Già da tempo avevamo espresso diverse problematiche relative al maneggio delle armi da parte dei lavoratori del comparto e i fatti di oggi potrebbero annoverarsi tra le cosiddette tragedie annunciate”.

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