Nel pomeriggio di mercoledì 24 aprile si sono celebrati a Catania i funerali di Antonio Pistone, l’operaio 31enne morto incastrato tra la cabina e la porta dell’ascensore. Il giovane è deceduto mentre stava cercando di riparare un ascensore di un palazzo di Aci Sant’Antonio, in cui era rimasta intrappolata una donna. Mentre l’inchiesta sul decesso del ragazzo prosegue, i genitori, distrutti dal dolore, hanno denunciato l’inadeguatezza delle condizioni in cui lavorava il proprio figlio.
Antonio Pistone, morto incastrato nell’ascensore che stava riparando: la denuncia dei familiari
Antonio Pistone, morto in un incidente sul lavoro giovedì scorso, secondo i familiari, operava in condizioni inadeguate. “Aveva le scarpe antinfortunistiche che si era comprato a sue spese l’anno scorso insieme alla divisa. La ditta per cui lavorava non gli dava niente ma lui voleva fare il suo lavoro con dignità e si era comprato quello che riteneva indispensabile”. Poi, proseguono i genitori: “Quando ha cominciato a lavorare gli hanno dato soltanto una tuta che non era neanche della sua misura, neanche un caschetto, non gli davano niente”.
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La versione della donna bloccata all’interno dell’ascensore
Antonio Pistone, morto sul lavoro, secondo i genitori aveva già avuto un incidente simile lo scorso anno e in quell’occasione riportò una ferita al piede. “Viviamo in Italia non nel terzo mondo – concludono i familiari -. Ci sono le regole e anche le agevolazioni perché il lavoro venga svolto in sicurezza”. Le indagini, intanto, si stanno concentrando anche sul luogo in cui è avvenuta la tragedia. Anche la donna che al momento dell’incidente fatale era all’interno dell’ascensore ha fornito la sua versione dei fatti. Secondo la giovane, il 31enne le avrebbe chiesto di azionare il pulsante per sbloccare l’ascensore, ma immediatamente dopo ha udito le urla della vittima.
