Era la notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016, quando la piccola Emanuela di appena 3 mesi, morì soffocata da suo papà. In questi giorni, infine, quasi 8 anni dopo, il 36enne Giuseppe Difonzo è stato condannato a 29 anni di carcere. Non è bastata, dunque, la perizia che attesta che l’uomo soffre della “sindrome di Munchausen”, una patologia che l’avrebbe spinto a fare del male alla propria figlia.

Papà soffoca la figlia di 3 mesi: la ricostruzione

Secondo le ricostruzioni delle indagini andate avanti per quasi 8 anni, la bimba d’Altamura di appena 3 mesi sarebbe stata soffocata dal papà durante un ricovero. Nei 3 mesi in cui è rimasta in vita, infatti, la piccola Emanuela aveva passato 67 giorni in ospedale a causa di crisi respiratorie. I problemi respiratori della piccola, tuttavia, sarebbero stati aggravati da altri due tentativi dell’uomo di soffocare sua figlia.

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La “sindrome di Munchausen”

In origine, Difonzo, il papà della bimba di 3 mesi morta soffocata, era stato condannato a 16 anni. Pena poi tramutata in ergastolo. Infine, la Corte d’Assise d’appello di Bari ha condannato il 36enne a 29 anni di carcere. Tra l’altro, in questi anni, l’uomo è risultato colpevole anche di violenza sessuale su una 14enne per il quale ha scontato 3 anni di reclusione. Il 36enne, secondo una serie di perizie, sarebbe affetto dalla “sindrome di Munchausen”, una patologia psichica che spingerebbe chi ne soffre ad attirare l’attenzione su di sé, facendo del male alle persone che gli sono vicine.

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