Nell’attentato al Crocus City Hall di Mosca sono saliti a 93 i morti tra cui tre bambini: dal Cremlino fanno sapere che sono state arrestate 11 persone, di cui 4 sono terroristi

Il bilancio delle vittime dell’attentato terroristico al Crocus City Hall a Krasnogorsk, nella periferia nord di Mosca, è salito a 93 morti e 121 feriti. Come riferisce l’agenzia russa Ria, che riporta ogni notizia poi confermata dal Cremlino, tra le vittime ci sarebbero tre bambini. Il direttore del Fsb, i servizi di sicurezza russi, ha fatto sapere, inoltre, che sono state arrestate 11 persone, tra cui quattro terroristi.

Sempre secondo l’intelligence russa i presunti autori dell’attentato hanno tutti il passaporto del Tagikistan. L’auto sulla quale si sono dati alla fuga, una Renault, è stata ritrovata nel distretto Karachi, regione di Bryansk. Il mezzo, infatti, non si è fermato al blocco delle forze dell’ordine tentando la fuga. Nel corso dell’inseguimento è avvenuta una sparatoria e l’auto si è ribaltata. Uno dei quattro è stato arrestato mentre gli altri sono fuggiti in un bosco adiacente. La loro fuga però è durata poco perché sono stati individuati e arrestati. Nella vettura sono stati trovati una pistola PM, un caricatore di un fucile d’assalto AKM e passaporti del Tagikistan.

Qualche ora dopo l’attentato in cui gli uomini in tuta mimetica e Kalashnikov hanno fatto irruzione al Crocus City Hall aprendo il fuoco senza la minima pietà sulla folla, l’Isis ha pubblicato un annuncio sul canale Telegram in cui rivendica la strage. Al momento il presidente Russo si è limitato ad augurare pronta guarigione alle persone ferite. In attesa di aggiornamenti dai servizi di sicurezza interni russi.

L’allerta dell’ambasciata americana

Tra l’altro, l’ambasciata statunitense a Mosca aveva pubblicato il 7 marzo un’allerta per i propri cittadini per evitare nella capitale russa qualsiasi grande raduno, inclusi i concerti, a causa di possibili attentati terroristici. Allerta ripresa anche dal ministero degli esteri britannico. Tuttavia martedì 19 marzo il presidente Putin, durante una riunione del Consiglio di sicurezza federale, aveva definito “un ricatto” l’avvertimento americano su possibili attacchi alla Russia. “Sembra un vero e proprio ricatto e un tentativo di intimidire e destabilizzare la nostra società.” Aveva riferito il leader russo.

Alcuni testimoni hanno raccontato scioccati i terribili minuti all’interno del Crocus City Hall. “Gli altoparlanti hanno iniziato a dire che per ragioni tecniche il concerto era cancellato, ma noi stavamo già scappando: io ho scavalcato una ragazza, al primo piano, coperta di sangue.” Alcuni di loro hanno dichiarato di aver scambiato gli iniziali spari per effetti sonori. “La gente calpestava i corpi a terra. Io e mia madre ci siamo salvate correndo per due chilometri, e poi facendo l’autostop.”

Continua a leggere su Chronist.it