Nell’incendio di Bologna la 32enne Stefania Alexandra Nistor, prima di morire, aveva cercato di salvare i suoi figli: secondo le indagini la stufa era accesa perché i riscaldamenti non funzionavano
Si tinge ancor di più di dramma l’incendio scoppiato nella notte tra giovedì e venerdì in un palazzo alla periferia ovest di Bologna in cui hanno perso la vita tre fratellini e la loro mamma 32enne Stefania Alexandra Nistor che, poco prima di morire, ha tentato disperatamente di salvarli dal fumo asfissiante. La donna, infatti, si sarebbe resa conto dell’odore acre e avrebbe provato ad aprire la finestra della camera per evitare la tragedia dell’appartamento in Bertocchi a Bologna. Cosicché ha preso i figli in braccio trascinandoli giù dal letto
Purtroppo non ha fatto in tempo a salvarli dal monossido di carbonio. Giulia e Mattia, i gemellini di due anni, giacevano sul pavimento e non respiravano più. Giorgia era nel lettone della mamma. Anche lei senza segni di vita. Solo Stefania era ancora viva, ma per poco. La stanza era oramai una tomba di fumo e in quella casa, una volta colma di gioia e risate, è calato un cupo silenzio. Non è dunque bastato l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco per salvarli. Stefania è morta poco dopo il loro arrivo. Solo il gatto, adottato di recente, è riuscito a scappare dall’inferno di fumo.
Alla base della tragedia, come riporta il Corriere della Sera, sarebbe stato un corto circuito della stufetta che Stefania ha dovuto accendere perché giovedì il riscaldamento centralizzato non funzionava correttamente nel loro appartamento. Pochi istanti prima di mettersi a letto con i suoi tre figli, aveva appoggiato la stufetta su un mobile in alto.
I tre figli di Stefania erano la gioia dello stabile in via Bertocchi. Quei bimbi portavano allegria in un “palazzo maledetto”, come lo ha definito uno dei vicini riferendosi al triste elenco di drammi verificatisi nel corso del tempo al suo interno. In riferimento ai due fratelli precipitati dall’ottavo piano e a una donna suicida insieme alla figlia di due anni. Lì dentro vivono nella maggior parte anziani e tutti loro hanno un ricordo affettuoso dei piccoli. “Erano la gioia del condominio. Proprio giovedì mattina i gemellini erano qui in cortile che scherzano a nascondersi dietro le aiuole.” Ha raccontato una vicina.
Stefania andava sempre ad accompagnarli all’asilo nido, non molto lontano. “Li ho incrociati anche ieri mattina come sempre mi hanno salutata, sempre con il sorriso. La mamma era gentile e lo erano anche i piccoli.” Racconta una residente dello stabile. Alla stampa ha parlato anche Mauro, inquilino del nono piano. “Il mio rammarico sapete qual è, ora? Potevo andare ad aiutarli, potevo scendere e cercare di capire cosa stesse succedendo.”Ha detto l’uomo. “Ho sentito, nella notte, il trambusto: pensavo fosse il terremoto. Poi ho scoperto che non lo era, ma era questa tragedia.”