Il trapper Jordan Jeffrey Baby è morto in carcere. A dare la notizia è stata Fanpage, secondo cui il giovane sarebbe stato rinvenuto senza vita nella sua cella, con un cappio attorno al collo. Jordan Tinti lo scorso aprile era stato condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere per rapina e insulti razzisti a un operaio nigeriano. Il ragazzo già pochi mesi fa aveva tentato di togliersi la vita, senza riuscirci.

Morto Jordan Jeffrey Baby: trovato senza vita nella sua cella

I fatti sarebbero avvenuti all’interno del carcere di Pavia, dove il giovane era stato costretto a tornare dopo un breve lasso di tempo passato in comunità. Jordan Jeffrey Baby, infatti, a più riprese aveva lamentato abusi e maltrattamenti in carcere, tanto da convincere il giudice a concedergli il trasferimento in comunità. Tuttavia, poco tempo dopo, tale misura alternativa era stata sospesa dopo il ritrovamento di “un cellulare e delle sigarette, che però non è certo fossero di sua proprietà”. Jordan Jeffrey Baby, dunque, era stato ricondotto nel medesimo istituto penitenziario, dove alla fine ha trovato la morte.

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Il tentativo di suicidio e la lettera al padre

Affetto da depressione, più volte il giovane ha tentato di togliersi la vita. Circa un anno fa, sempre nel carcere di Padova, il 26enne aveva provato ad impiccarsi. “Lo hanno trovato in cella a terra con una ferita alla testa, privo di sensi, segno che la corda o il lenzuolo che ha utilizzato si è strappato quando è caduto a terra”.

In quell’occasione, il trapper aveva anche lasciato una lettera a suo padre. “Ho ceduto e perso la mia più importante battaglia: quella contro la depressione, che mi affligge da mesi ormai. Non avrei molto da aggiungere, ma allo stesso tempo ho un’infinità di cose. Ma le lacrime che sto versando mentre ti scrivo tutto ciò mi bloccano e limitano a chiederti solo scusa e perdono. Scusa per non essere mai riuscito ad essere il figlio perfetto né tantomeno mai un buon figlio. E scusami per tutto il dolore arrecato in questi anni e al dolore ti arrecherà questo mio gesto disperato, ma ti chiedo di comprendere allo stesso tempo tutto il dolore percepito, al quale oggi voglio porne fine. Ovunque sarai sarò sempre con te, non dimenticarlo. Che giustizia venga fatta, con o senza di me in vita. Non smettere mai di lottare. Fallo per me”.

Alla fine, a circa un anno dalla lettera, Jordan Jeffrey Baby è morto nella cella del carcere di Pavia.

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