Giorgia Meloni fa l’annuncio tanto atteso da Washington: l’ex produttore televisivo torna in Italia, la situazione si è finalmente sbloccata

Torna in Italia, finalmente: Chico Forti può cominciare a sorridere. Dal primo giorno di carcere si è sempre ritenuto innocente, il suo caso è stato ripreso da Le Iene, che hanno ridato visibilità ad uno dei misteri giudiziari più folli dell’ultimo trentennio. Secondo lo zio di Forti, sempre al suo fianco, si tratta del più grande “errore giudiziario della storia”.

Il caso del nostro connazionale ha coinvolto tantissime personalità di spicco, anche oltreoceano, con avvocati e figure di spessore che hanno sempre voluto rivedere le indagini frettolose e grossolane, dopo le quali sono rimasti più punti di domanda che certezze. A questo, si era aggiunta una condanna folle all’ergastolo (alla luce delle bizzarre prove a carico dell’imputato), che lasciò lo stesso Chico Forti senza parole, come disse dopo la sentenza definitiva.

“Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli stati uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti”, ha annunciato la Premier nel video divulgato direttamente da Washington. Giorgia Meloni è fiera di aver “mantenuto la promessa”, grazie ad “un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi”.

Cosa ha fatto Chico Forti, che continua a professarsi innocente?

Da sempre Chico Forti, pronto a tornare in Italia, si è detto innocente e, se solo avesse ammesso ciò che afferma con piena certezza di non aver mai fatto, avrebbe facilitato di gran lunga tutto l’iter burocratico che lo ha tenuto relegato in Florida, lontano da tutto e tutti. Entrò in carcere quando era un uomo giovane, oggi è un anziano, ferito nell’animo e ammaccato dalla tempo passato e dalle ingiustizie subite. Ha 64 anni, ha rinunciato a tutto, pure alla sua famiglia, spingendo quella che era ancora sua moglie a rifarsi una vita. Quanto dolore e quanta sofferenza provati in quelle mura del carcere di Miami. 24 anni sono tantissimi e, per dare l’idea, era appena entrato l’anno Duemila quando Forti ha smesso di vedere la luce del sole.

Quando tutto ebbe inizio per Chico Forti

L’ex produttore televisivo era esploso dopo la vittoria in un programma di Mike Bongiorno, che gli diede il là per ideare nuovi progetti all’estero. Scelse Miami ed era diventato un apprezzatissimo professionista nel suo settore. Tutto andava a gonfie vele e mentre lui si affermava nel lavoro e nei guadagni, una nuvola nera cominciava ad adombrare l’esistenza di Chico. Tutto nacque a causa di una vicenda che vide coinvolto in origine l’omicidio di Gianni Versace, per cui girò un documentario sospettando che la ricostruzione della polizia di Miami celasse alcuni macabri dettagli sul sospetto killer, Cunanan, trovato senza vita nella sua dimora di fortuna, in zona.

Andrew Cunanan, l’omicida del noto stilista italiano, fu trovato senza vita in quella casa galleggiante dopo alcuni giorni, era nella baia. Il documentario ipotizzava che il ragazzo fosse stato freddato. E che, soprattutto, non fosse morto nel punto in cui era stato ritrovato senza vita dalla polizia di Miami. Un documentario che poneva i riflettori sul discutibile operato della polizia del posto. Aspetto che secondo Chico e i suoi legali avrebbe fatto infuriare gli agenti.

A tal punto che avrebbero escogitato la loro sadica vendetta. Quindi, ricostruendo l’accaduto in modo bizzarro, farcendolo di dettagli che ancora oggi restano nodi difficili da sciogliere. In tutto ciò, si aggiungono le minacce dei primi interrogatori, con tanto di frasi del tipo: “Ti roviniamo la vita, hai finito”. Ed ancora: “Guarda le foto della tua famiglia, perché non li rivedrai più”.

L’accusa di omicidio

Secondo l’accusa, il nostro connazionale avrebbe ucciso Dale Pike in un tentativo di truffa nei confronti di suo padre Anthony, morto di vecchiaia qualche anno fa. Nella trattativa della presunta discordia, l’acquisizione dell’hotel Pikes di Ibiza. Era il lontano 1998, il produttore televisivo venne quindi accusato dell’omicidio di Dale, trovato cadavere su una spiaggia in Florida.

Nel 2000, Chico fu condannato all’ergastolo, scontato fino a queste ore nel temuto Dade Correctional Institution di Florida City, nei pressi di Miami. Quattro anni fa, fu l’allora Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a riaprire una parentesi con gli Stati Uniti, sollecitando ad un presto intervento e sblocco della burocrazia, che teneva Chico bloccato in Florida. Oggi il 64enne può accennare un sorriso: è un giorno memorabile, che Chico si è sudato tantissimo.

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