Sono molti i dubbi attorno a questa tragedia: due ambulanze intervenute, ritardi nell’arrivo dei soccorsi. Indagine in corso

Una tragedia ha colpito Mugnano, Napoli, dove un bambino di soli 4 anni, Raffaele, è morto soffocato da un beccuccio di plastica di un giocattolo. Il piccolo è stato soccorso dal 118 e trasportato all’ospedale di Giugliano con un flebile residuo di respiro. È andato in arresto cardiorespiratorio senza che si fosse riusciti a disostruire le sue vie aeree. Nonostante sia stato intubato e condotto in rianimazione, il suo cuore non ha più ripreso a battere.

La Procura di Napoli Nord ha aperto un’inchiesta e sequestrato le cartelle cliniche subito dopo il decesso. È stata disposta l’autopsia e si indaga anche sui presunti ritardi nei soccorsi. Dopo l’allerta e la chiamata alla centrale del 118, probabilmente da parte del nonno del bambino, sono intervenute due autoambulanze, una in successione all’altra.

Si indaga sulla morte di Raffaele, soffocato a 4 anni da un giocattolo

La prima, priva di medico a bordo, è giunta dalla postazione di Giugliano, più vicina al luogo del soccorso. Ci ha impiegato 8 minuti per arrivare a Mugnano. La seconda, medicalizzata, è partita dalla unità operativa di Qualiano, più distante da Mugnano, impiegando 10 minuti per arrivare a destinazione.

A Qualiano si è verificato un intoppo: l’auto medica a disposizione di quella postazione del 118 ha avuto un’avaria e non è andata in moto. Nonostante ciò, il dottor Luigi Langella, responsabile della Centrale operativa del numero unico di emergenza e urgenza della Asl Napoli 2 nord, ha confermato che non ci sono stati problemi di ritardi. Tutto è stato fatto contestualmente e con tempestività, ha dichiarato.

Nel caso di codici rossi, con pazienti in immediato pericolo di vita, il tempo massimo di arrivo codificato dalle norme per le buone pratiche è di 8 minuti. L’ambulanza medicalizzata ne ha impiegati 10. Quando è arrivata sul posto del soccorso, il team dell’altro mezzo, partito da Giugliano, aveva già avviato i tentativi di rianimazione e di disostruzione delle vie aeree.

Non è ancora chiaro quanto tempo sia intercorso tra l’ingestione del pezzo di giocattolo e la consapevolezza del pericolo da parte di chi vigilava sul bambino. Le indagini sono in corso per chiarire le circostanze della tragedia.

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