Il furgone nel fiume, il telefono a riva, le ferie prese per incontrare la vittima: gli inquirenti al lavoro sull’ipotesi premeditazione
Sara Buratin, il cerchio si stringe su Alberto Pittarello: suicidio o fuga? Nuovi dettagli emergono sul femminicidio di Sara Buratin, 41 anni, trovata senza vita con 20 coltellate alla schiena nella sua casa di viale Italia. Gli inquirenti hanno rinvenuto un cellulare e dei pezzi di carrozzeria lungo l’argine del Bacchiglione a Ca’ Molin a Bovolenta. Erano a 200 metri di distanza l’uno dall’altro. Inoltre, i sommozzatori dei vigili del fuoco stanno cercando un furgone Nissan da lavoro. Si cerca anche un corpo, presumibilmente quello di Alberto Pittarello, nel letto del Bacchiglione.
Testimoni hanno visto Alberto Pittarello, un tecnico delle caldaie, per l’ultima volta alle 10.35 uscire dalla stessa casa dove poco dopo è stata trovata la vittima. Le circostanze portano gli investigatori a sospettare che il femminicidio sia stato premeditato. Pittarello viveva da solo da circa due settimane. Aveva preso un giorno libero dal lavoro lo stesso giorno in cui Sara Buratin è stata uccisa. Inoltre, aveva fissato un appuntamento con la sua ormai ex compagna con la scusa di consegnarle un motorino per la figlia quindicenne.
Sara Buratin, Alberto Pittarello scomparso: suicidio o fuga?
Gli inquirenti stanno lavorando a una prima ricostruzione. Dopo l’omicidio, avvenuto tra le 10:05 e le 10:35, Pittarello è scomparso. Si getta nel fiume, o si da alla macchia. Prima di sparire, ha gettato il suo cellulare dal finestrino. Lo hanno poi recuperato a 200 metri dal punto dove si presume sia caduto nel fiume con il furgone. Il furgone che i vigili del fuoco stanno cercando è stato identificato come quello di Pittarello grazie ai numeri seriali del telaio.
Le risposte definitive arriveranno solo dopo il recupero eventuale del furgone e del corpo di Pittarello. I ritrovamenti potrebbero segnare l’inizio o la fine di un’indagine che potrebbe confermare l’ennesimo caso di una donna uccisa dal suo partner.
