Era il 26 agosto scorso quando Mattia Aguzzi, durante una passeggiata con la sua fidanzata, salvò una bimba caduta dal quinto piano di un appartamento di Torino. L’uomo, mettendo a rischio la sua stessa incolumità, prese al volo la bimba, salvata da un tremendo schianto a terra. A più di 6 mesi dall’accaduto, Mattarella non si è dimenticato di lui e il prossimo 20 marzo sarà nominato Cavaliere al merito civile.
Mattia Aguzzi, l’uomo che ha salvato una bimba precipitata dal quinto piano
Mancavano pochi minuti alle 11:00 di sabato 26 agosto, quando in via Nizza, a Torino, una bimba di 5 anni scavalcò la ringhiera, salendo su cornicione. Mattia Aguzzi, che passava casualmente di lì con la sua fidanzata, allarmato dal grido di un uomo, notò immediatamente la bimba che pochi istanti dopo salvò dalla caduta dal quinto piano.
Durante le ore successive al miracoloso salvataggio, fu lo stesso Aguzzi a raccontare la vicenda. “Quando abbiamo sentito il ragazzo gridare, io e la mia fidanzata abbiamo alzato gli occhi e ci siamo accorti di quella bambina a cavalcioni sul balcone al quinto piano. Lui le urlava, stai attenta, stai ferma. Noi abbiamo fatto la stessa cosa. Ma era come se lei non ci sentisse. ho cercato di capire la traiettoria, mi sono messo sotto al balcone, ho aperto le braccia e ho sperato. Lei è precipitata. L’ho seguita con lo sguardo. Mi è caduta addosso, su braccia e torace. Ho attutito il colpo. Siamo andati entrambi all’ospedale. Mi hanno avvisato che sta bene. E questo è l’importante”.
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Il riconoscimento è stato conferito al 37enne per “aver rischiato la propria incolumità fisica”
Mattia Aguzzi, infine, concluse rivelando di non sentirsi un eroe e di aver fatto la cosa giusta. Tuttavia, a distanza di 6 mesi dall’accaduto, quell’appellativo che ha tentato di allontanare, gli è stato ufficialmente riconosciuto da Mattarella stesso. La motivazione in calce alla sua nomina a Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dice: “Per aver salvato una bambina precipitata da un palazzo rischiando per la propria incolumità fisica”.