Mauro Zaretta è un ex dipendente della Marina che nel 2014 vide morire suo figlio Lorenzo a causa di un tumore al cervello. Giovedì 22 febbraio è stato il primo a testimoniare durante il processo che vede indagati 6 ex dirigenti dell’Ilva di Taranto. Scopo del processo, sarà stabilire se il piccolo Lorenzo è morto di tumore a causa delle emissioni dell’ex Ilva. In queste ore, infine, il papà del piccolo ha raccontato a “Repubblica” il calvario vissuto da suo figlio.
Le parole di Mauro, il papà di Lorenzo
Mauro, durante l’intervista, si è inizialmente soffermato sulla scoperta del tumore al cervello che alla fine ha causato la morte di Lorenzo. “Lorenzo ha iniziato a perdere peso tra il primo e il secondo mese di vita. Poi il pediatra gli fece fare un’ecografia che evidenziò una lesione cerebrale. È stato un periodo scandito da una trentina di interventi dovuti ai danni collaterali del tumore. Nel luglio 2012 scesi in corteo con un cartello in cui c’era la foto di Lorenzo e scrissi: Mio figlio, 3 anni, cancro. A quanti ancora? Non avevo mai associato la patologia di Lorenzo all’inquinamento di Taranto. Poi uscì lo studio Sentieri che diceva che l’inquinamento di Taranto causava patologie oncologiche”.
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Lorenzo morto a causa del tumore: “In testa polvere di minerali”
Poi, dopo la morte di Lorenzo, deceduto a causa del tumore, la terribile scoperta. “Quando Lorenzo è andato via mi contattarono e mi chiesero di fare esami specifici. Lì venne fuori che Lorenzo aveva in testa tantissima polvere di minerale”. Infine, Zaretta, attacca la politica, rea di non essere intervenuta a salvaguardia della popolazione di Taranto. “Al tempo parlai anche con Di Maio. Feci presente cosa questo inquinamento ha provocato alla mia famiglia e allo stato. Lorenzo, infatti, è costato un milione e mezzo al sistema sanitario. È palese – conclude l’uomo – che la volontà politica sia di tenere aperta la fabbrica valutando che quello che può causare sono danni collaterali accettabili”.