Nella mattinata di sabato scorso presso un liceo scientifico di Ancona un ragazzino ha tentato il suicidio buttandosi dalla finestra della sua classe. Il volo, dal terzo piano dell’istituto, è stato fortunatamente attutito dalla vegetazione e per questo, nonostante un trauma toracico e fratture al bacino e al piede, il 14enne non è in pericolo di vita. Nonostante all’inizio non fosse chiaro il perché del gesto estremo, ora dopo ora i motivi sono diventati sempre più palesi. Lo studente poco prima aveva preso un 2 in matematica e dopo aver lasciato un messaggio d’addio sul quaderno, ha tentato il suicidio.
Ragazzino tenta il suicido a scuola: la ricostruzione
“Scusate, sono un fallito. Vi voglio bene”. Il ragazzino ha scritto questo sul quaderno prima di tentare il suicido buttandosi dalla finestra della sua classe. I fatti sono avvenuti davanti agli occhi dei compagni di classe che hanno raccontato quanto avvenuto agli inquirenti. Il 14enne, secondo le loro parole, si sarebbe buttato dalla finestra a volo d’angelo. A 3 giorni dall’accaduto, il ragazzino è ancora sotto osservazione all’ospedale di Ancona e il papà ha rivelato alcuni dettagli della vicenda.
Potrebbe interessarti anche: Christian Sodano, il biglietto lasciato prima di uccidere Nicoletta e Renèe
Le parole del papà del 14enne
“Sono in Rianimazione, all’ospedale di Torrette, accanto a mio figlio”. A parlare è il papà del 14enne che ha tentato il suicidio a scuola dopo un brutto voto. “Sono preoccupato, l’avrebbero dovuto spostare in reparto questa sera. Hanno rimandato a oggi. L’ho vista davvero brutta, ero convinto di arrivare lì, di fronte al liceo, e che non ci fosse più nulla da fare. Ora è fuori pericolo, è stato miracolato dal signore e mi ha detto che non accadrà più. Mio figlio vuole tornare nella stessa scuola, addirittura l’avrebbe voluto fare già da oggi. Eravamo da poco tornati da una settimana bianca e mio figlio ha tentato di recuperare le materie in cui era rimasto indietro”.
Tuttavia, l’interrogazione a sorpresa andata male in matematica, umiliante e mortificante, lo ha portato a commettere il gesto estremo. Il papà alla fine conclude: “Non giudico. Questa storia insegnerà qualcosa”.
Continua a leggere su Chronist.it