Continuano ad emergere dettagli inquietanti sul delitto commesso da Giovanni Barreca: il racconto della figlia 17enne unica sopravvissuta

Strage Altavilla Milicia, continuano ad emergere dettagli inquietanti anche sui coniugi Caradente. Secondo le indagini, Sabrina Fina e Massimo Caradente avrebbero avuto un ruolo attivo nel delitto. I due, complici di Giovanni Barreca, l’uomo che ha confessato di aver ucciso la moglie e i due figli, si sono dichiarati innocenti. Tuttavia, dal racconto della figlia 17enne, che avrebbe partecipato alle torture e assistito agli omicidi, emergerebbe un quadro diverso.

La figlia 17enne di Barreca, sopravvissuta al delitto, ha fornito una dettagliata ricostruzione di quanto accaduto nei giorni precedenti. Ha raccontato che i coniugi Fina e Caradente, conosciuti sui social dalla madre Antonella Salamone, si erano trasferiti stabilmente nella loro casa di Altavilla Milicia circa una settimana prima del massacro. Qui avrebbero convinto la famiglia che Salamone e il figlio più piccolo, Emanuel, fossero posseduti da un demone e avrebbero messo in atto un rituale per espellere questo spirito dai loro corpi, tramite gravi torture fisiche.

Strage Altavilla, il racconto che incastra i coniugi Caradente

Prima dell’inizio delle violenze, i due coniugi avrebbero sequestrato i telefoni presenti in casa, impedendo a qualcuno di chiedere aiuto. Alle violenze avrebbero partecipato anche Barreca, la figlia 17enne e il figlio 15enne, in seguito ucciso perché anche lui avrebbe avuto in sé un demone. Dopo la scomparsa della madre, i cui resti sarebbero stati dati alle fiamme dai due coniugi con il contributo degli altri membri della famiglia, sarebbe toccato anche al bambino di 5 anni e al ragazzo di 15 diventare oggetto della follia mistica del gruppo.

La giovane 17enne ha rivelato tutti i dettagli agli inquirenti, raccolti poi nel provvedimento di convalida del fermo emesso nei suoi confronti e degli altri tre. La ragazza, che ha fornito una dettagliata ricostruzione di quanto accaduto nei giorni precedenti, è stata trovata addormentata. Nelle altre stanze i militari hanno rinvenuto i cadaveri dei suoi fratelli e nel giardino i resti carbonizzati della madre.

Strage Altavilla, i coniugi Caradente hanno partecipato al ‘rituale’

I ‘figli di Dio’ entrano nella vita di Barreca tra fine gennaio e inizio febbraio. La 17enne ha raccontato che la frequentazione tra i genitori e i due nuovi ‘amici’ era diventata esclusiva nei giorni precedenti al massacro: “Sabrina e Massimo frequentavano i miei genitori e assistevano ai litigi, nelle ultime settimane frequentavano solo loro”.

Circa sette giorni prima della strage, Fina e Caradente si erano trasferiti ad Altavilla. Poi sarebbero riusciti a convincere Barreca e i due figli più grandi del fatto che Salamone ed Emanuel fossero posseduti da un demone. Avrebbero quindi messo in atto il famigerato ‘rituale’ per espellere lo spirito malvagio dal corpo. Mia madre, prima di morire, mi disse che erano venuti da noi solo ed esclusivamente per fare pulizia nella casa, perché c’erano troppi demoni”, si legge nel racconto della 17enne sopravvissuta. Ancora: “Una sera, dopo la morte di mia madre, Massimo aveva mal di testa, e sosteneva che fossero dei demoni ad attaccarlo. Si è alzato, è andato da mio fratello e gli ha detto: Il problema sei tu‘”, ha spiegato la ragazza.

Strage Altavilla, nuovi dettagli sui coniugi Caradente

Stando a quanto emerso dal racconto della 17enne e dalle evidenze raccolte, gli inquirenti sostengono che gli indagati abbiano “agito in preda ad una forma di delirio mistico, da quanto rappresentato dall’unica testimone oculare delle torture e delle uccisioni dei familiari, ritenendo di agire in esecuzione della volontà di Dio per allontanare i demoni presenti all’interno di quel nucleo familiare”.

Questo, tuttavia,”non può ritenersi però, in alcun modo, un frangente di estemporanea perdita di controllo, – si legge ancora nell’ordinanza di convalida del fermo – in quanto la loro ferma convinzione ha portato i tre correi a riunirsi per giorni all’interno dell’abitazione familiare Barreca- Salamone ponendo in essere diversi agiti criminosi ai danni delle stesse vittime, prima di decidere consapevolmente di cagionarne la morte in modo particolarmente efferato”.

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