Il dolore delle famiglie delle vittime. La sorella di Luigi Coclite: “Senza di lui non ha più senso vivere”

Crollo nel cantiere Esselunga, la trave spezzata non era fissata. Emergono nuovi dettagli sulla tragedia avvenuta a Firenze. Sono morte cinque persone e le operazioni di recupero dell’ultimo operaio disperso continuano. La trave che ha provocato la strage, lunga 20 metri e dal peso di 15 tonnellate, è al centro delle indagini condotte dalla procura di Firenze. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, al momento del crollo la trave non era ancora stata fissata al terreno. A sostenerlo è l’azienda Rdb Italfabbricati, nota nel settore dei capannoni prefabbricati industriali, che ha costruito la trave.

Le indagini si sono concentrate su due reati principali: disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. La Rdb ha sostenuto che il personale della ditta non aveva ancora concluso il fissaggio della trave quando operai di un’altra società avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area, all’ultimo piano della struttura.

Crollo Esselunga, la rivelazione: la trave spezzata non era fissata

Emergono anche gravi problemi relativi al rispetto delle leggi sul lavoro e sull’immigrazione. Secondo le prime indagini, uno degli operai deceduti non possedeva il permesso di soggiorno, che gli era stato negato nel 2020. Un altro lavoratore era in una situazione simile, avendo visto respinta la sua richiesta di protezione internazionale nel gennaio 2023, sebbene avesse presentato appello. Secondo i sindacati, molti dei lavoratori non avevano regolare contratto e non avevano ricevuto la formazione necessaria.

La sorella di Luigi Coclite, l’autotrasportatore sessantenne morto nel crollo, ha espresso preoccupazione per la sicurezza nel cantiere dell’Esselunga di Firenze. Ha accusato che la qualità dei lavori e del materiale usato parla da sé e che forse sono stati eseguiti da persone e ditte poco affidabili. La famiglia ha dovuto comunicare la tragedia alla madre 80enne, che già nel 2018 aveva perso un’altra figlia a causa di un male incurabile. La donna ha detto: “Senza Luigi non ha più senso vivere”.

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