Alla fine, sono 5 i morti accertati del terribile crollo avvenuto in un cantiere Esselunga a Firenze, nella giornata di venerdì 16 febbraio. La prima vittima identificata nella serata di ieri è Luigi Coclite, operaio 60enne. A raccontare la terribile vicenda ai microfoni di “Repubblica” è stato un carpentiere di origini albanesi, un collega di Luigi Coclite che stava lavorando proprio a pochi metri da dov’è avvenuta la tragedia.
Il racconto del collega di Luigi Coclite
L’uomo, che non ha voluto rivelare la sua identità, ancora sotto shock e distrutto dal dolore, racconta di essere stato un collega di Luigi Coclite per circa 15 anni. È stato proprio lui uno dei primi a giungere sul luogo dopo il crollo e narra di essere stato vicino al 60enne fino alla fine. “Gli ho tenuto le mani quando l’hanno tirato fuori e sono rimasto accanto a lui fino a quando non hanno smesso di rianimarlo, Luigi era già morto. Erano in 8 gli operai al lavoro e non so bene se in quel momento si trovasse sul solaio caduto o accanto, ma è stato travolto insieme agli altri. C’era polvere ovunque e tutti urlavano”.
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“Mi ha detto che l’anno prossimo poteva andare in pensione”
Poi, il collega di Luigi Coclite, con la voce mozzata dall’emozione, ha ricordato l’amico e collega deceduto a 60 anni. “Era un uomo buono, con lui c’era sempre un motivo per scherzare. Stamattina ci siamo presi in giro per chi doveva offrire il caffè, lo facevamo spesso. Aveva 60 anni e pochi giorni fa mi ha detto che l’anno prossimo poteva andare in pensione e ci stava pensando. Luigi tifava l’Inter ed era quasi un padre per me, mi dava consigli. Dico davvero, non ho mai pianto così tanto in vita mia come oggi”.
