La ricostruzione dell’orrore nella strage familiare di Palermo: Giovanni Barreca ha distrutto la sua famiglia perché “c’era il diavolo in casa”

Un rito durato dieci giorni, esorcismi e torture: questo e molto altro sarebbe avvenuto nella villetta di Palermo per opera di Giovanni Barreca, l’autore della strage familiare, e i suoi due amici, fedeli al culto autonomo che i tre (e forse non solo loro) praticavano. Si erano distaccati autonomamente da un’altra setta religiosa. Barreca ha confessato tutto alle forze dell’ordine: “Sono al bar, venite a prendermi”. Nessuna resistenza: il killer si è fatto prendere immediatamente.

Ha prima ucciso sua moglie, dopo una settimana è toccato ai figli. Ma sulle tempistiche si attendono i risultati delle autopsie. La scena che i militari si sono ritrovati davanti è stata definita “agghiacciante, di ferocia inaudita”. Accertata la pista della setta religiosa, Barreca sarebbe stato condizionato dal culto autonomo praticato con Massimo Carandente e Sabrina Fina, due sedicenti esorcisti. Il 4 febbraio scorso, i due si erano trasferiti in casa di Giovanni e sua moglie Antonella Salamone, con loro i figli Kevin ed Emanuel.

Il trasferimento in casa, Antonella era contraria: i figli assenti da scuola da lunedì

Il 5 febbraio i figli della coppia non si sono presentati a scuola. Qualche giorno dopo, Antonella è stata brutalmente uccisa e il corpo bruciato in giardino. I figli Emanuel e Kevin, di 5 e 16 anni, sono stati ritrovati senza vita dopo essere stati strangolati con catene e massacrati di botte. L’unica sopravvissuta è la primogenita della coppia, una ragazza 17enne: la giovane è stata ritrovata in evidente stato di choc. A Giovanni era stato detto che in casa sua c’era il “diavolo” e che occorreva scacciarlo. Usavano frasi forti, che non erano metafore come presupponeva chi le ascoltava, non avvertendo il pericolo di tali discorsi. La 17enne sopravvissuta ha parlato di “esorcismo per liberarci dal demonio”.

Il fratello della mamma ha raccontato che Antonella, la vittima, voleva cacciare via queste persone dalla sua casa. “Dormivano lì per togliere gli spiriti”. Sabrina Fina e Massimo Carandente avrebbero quindi contribuito al triplice omicidio, accusati del reato e indagati dopo la tragedia. La soppressione di cadavere viene contestata solo al marito: ha bruciato Antonella nel giardino di casa. Il legale di Sabrina e Massimo sostiene che i suoi assistiti siano “sconvolti”, e che “si professano innocenti”. Da quanto appreso, Barreca avrebbe chiesto il sostegno dei due nuovi amici: loro avrebbero garantito la possibilità di liberare i familiari dal demonio.

L’esorcismo raccontato dall’unica superstite: la primogenita 17enne

Quindi l’esorcismo, raccontato dall’unica superstite della strage di Palermo. Nella notte tra sabato e domenica scorsi, il capofamiglia ha allertato le forze dell’ordine, per costituirsi. “Ho ucciso la mia famiglia, venite, sono al bar”. A perdere la vita per prima è stata sua moglie, Antonella: i suoi resti sono stati trovati carbonizzati nello stesso giardino in cui è stata soppressa. Quello che resta del cadavere della donna è qualche frammento osseo, sintomo che il fuoco è rimasto acceso per molto tempo.

Uccisa la moglie, i tre si sono poi concentrati sui figli della coppia, che mancavano da scuola dal lunedì. Pare che il più grande, Kevin, sarebbe stato incatenato per essere poi stretto in una morsa che gli avrebbe tolto il respiro fino ad ucciderlo. Il rito di purificazione prevedeva il martirio, ovvero subire torture indicibili: le due vittime sono state ritrovate con evidenti ecchimosi dovute ai colpi subiti e ai tentativi di ribellione. La sopravvissuta primogenita sarebbe stata immune dalla presenza demoniaca secondo i killer, per questo sarebbe ancora viva. Adesso le indagini si collegano inevitabilmente alla pista delle sette, dove è evidente che vi fossero altri “fedeli” della comunità evangelica, quantomeno in quella frequentata all’inizio.

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