La 55enne torinese soffriva di depressione dopo la scomparsa del figlio adolescente

Caro Alberto, senza nostro figlio sento che la mia vita è finita: sappi che ti ho tanto amato” – con queste parole la 55enne torinese Marta ha voluto dire addio ai suoi cari, in particolare a suo marito.
La donna è morta in una clinica di Basilea, in Svizzera, scegliendo la via del suicidio assistito.
Marta aveva iniziato a soffrire di depressione dopo l’improvvisa scomparsa del figlio adolescente, morto a causa di una malattia degenerativa. Proprio al ragazzo deceduto e al marito Alberto, la 55enne ha deciso di dedicare le sue ultime parole. L’uomo, residente per ragioni professionali in Canada, ha appreso la notizia della scomparsa della donna via mail tempo dopo. Infatti, il messaggio era finito nello spam della sua posta elettronica.

Marta sceglie il suicidio assistito senza avvisare nessuno

Infatti, lo scorso 12 ottobre, Marta aveva scelto il suicidio assistito senza informare nessuno.
Soltanto un’ora prima della morte, infatti, era arrivato all’avvocato della donna un sms da un numero anonimo, con le sue ultime volontà: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio”.
Il legale aveva di conseguenza avvisato il marito, che alcune ore più tardi ha scoperto di avere ricevuto, quando la moglie era ormai morta, una mail dalla clinica svizzera. Soltanto diversi giorni dopo gli è stata recapitata l’urna con le ceneri della moglie e un certificato di morte della donna.

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Il marito di Marta: “Non mi è stato permesso di vedere il corpo”

A raccontare la triste storia è stato il quotidiano La Repubblica, che ha anche intervistato il signor Alberto.
“Ringrazio tutte le autorità italiane intervenute che ci hanno trattati oltre con grande umanità, oltre che con estrema professionalità. Hanno usato un garbo che equivaleva a un abbraccio” – ha detto l’uomo al quotidiano. “Non mi è stato permesso di vedere il corpo prima della cremazione – ha denunciato il marito di Marta. Ho ricevuto a casa l’urna con le sue ceneri e uno scarno certificato di morte sul quale non sono indicate le cause. Ci chiediamo quanto sia giusto tutto questo” – ha concluso Alberto.

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