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Omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello piange in aula

Lo sguardo spento e svuotato. La barba incolta e la testa bassa. In totale rassegnazione si è seduto sulla panca nella gabbia dell'aula. Poi le lacrime

Omicidio Tramontano, Impagnatiello piange in aula. Caos alla prima udienza, i familiari di Giulia: "Dategli l'ergastolo"

Nel giorno della prima udienza del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, il 30enne Alessandro Impagnatiello scoppia a piangere in aula

È stato carico di tensione il giorno della prima udienza del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano a carico del 30enne Alessandro Impagnatiello, che è scoppiato a piangere nell’aula stracolma. Pochi minuti prima giornalisti e numerosissimi curiosi sono stati fatti uscire per riportare l’ordine. La corte, a seguito del caos nella prima parte dell’udienza, ha deciso di spostare l’udienza nella maxiaula della prima corte d’assise d’appello. In questi minuti i giudici si trovano in camera di consiglio per deliberare sulle richieste presentate dai famigliari, dall’associazione Penelope, dal Comune di Senago e dall’associazione campana Polis.

L’imputato Alessandro Impagnatiello è accusato per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio 2023. L’accusato uccise con 37 coltellate Giulia, incinta di sette mesi. È arrivato in aula, dal carcere di San Vittore, accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria e con lo sguardo spento e svuotato. La barba incolta e la testa bassa, con un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. In totale rassegnazione si è seduto sulla panca nella gabbia dell’aula. Poi le lacrime, visibilmente copiose sul volto.

Durante lo svolgimento dell’udienza, Chiara Tramontano, sorella della vittima, ha lanciato alcuni sguardi nei confronti dell’assassino. Sguardi che racchiudevano strazio e rabbia nei confronti dell’uomo che le ha portato via l’amata sorella. I famigliari di Giulia ora confidano che la “condotta sia sanzionata come merita.” Come fa notare il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti, poco prima dell’inizio dell’udienza. I parenti della vittima, tutti presenti in aula, chiedono a gran voce che gli venga dato l’ergastolo.

A parlare con i giornalisti all’esterno dell’aula è stato l’ex pm Antonio Ingroia, rappresentante del Comune di Senago che chiede di essere parte civile del caso. “È una scelta importante e coraggiosa quella del Comune.” Ha riferito il legale. “I cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta.” Aggiungendo poi che “la premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità. Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c’è stata lucidità nell’intento criminale.”

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