Iris aveva appena 18 mesi quando nel giugno scorso è morta dopo 4 giorni d’agonia. Il decesso della piccola era sembrato decisamente sospetto visto che la bimba non soffriva di nessuna patologia. L’autopsia sulla salma della vittima ha poi svelato la tragica verità: nell’organismo della neonata erano state rinvenute tracce di sostanze chimiche, batterie ecc. Dopo mesi dall’apertura delle indagini la giovane fidanzata del papà della vittima è risultata indagata per omicidio. Avrebbe avvelenato la figlia del compagno.

Avvelena la figlia del compagno

I fatti sono avvenuti in Inghilterra, a New Castle, ma l’eco di una tragedia tale è giunta fino in Italia. Aleisia Lyanne Owens da alcuni mesi frequentava il suo nuovo fidanzato, che aveva avuto una figlia da una relazione precedente. La 20enne però, proprio non sopportava che il suo “nuovo amore” avesse già una figlia e fin da subito si è messa alla ricerca di un modo per sbarazzarsi di Iris. A svelare il terribile piano della donna sono state le autorità che hanno indagato sulle ricerche che la 20enne aveva effettuato su Google. Fin sa subito è stato evidente che l’intento della 20enne era avvelenare la figlia del compagno.

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Le ricerche Google della 20enne

Cosa succede se bimbo ingerisce batterie o medicine?”, o anche: “bambini bevono acetone” e “prodotti di bellezza velenosi”. Sono queste alcune delle ricerche shock effettuate dalla 20enne del tentativo di avvelenare la figlia del compagno. La donna, tra l’altro, è andata oltre le semplici ricerche, perché l’autopsia sul corpo della piccola Iris ha rilevato tracce di acetone, viti di metallo e batterie che le hanno irrimediabilmente danneggiato gli organi, fino a indurle la morte.

Dopo mesi di indagini, alla fine la 20enne dovrà presentarsi davanti al giudice con 3 capi d’accusa per omicidio e 5 per aggressione aggravata. La mamma di Iris, dopo la notizia dell’arresto, ha solo condiviso una foto della figlia scomparsa, corredata da una dedica: “al mio dolce raggio di sole”.

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