Michele Verdi era un imprenditore agricolo di 53 anni che è morto il 4 gennaio scorso, impiccandosi in un capannone di sua proprietà. Le motivazioni di una scelta così estrema, però, sono emerse solo in queste ore. L’agricoltore, infatti, sommerso dai debiti, stava per svendere la sua masseria, il luogo che si era costruito con tanta fatica nel corso degli anni, per una frazione del prezzo reale. La cessione dei suoi beni era l’unica soluzione per appianare una situazione altrimenti divenuta, ingestibile, ma l’uomo, attanagliato dalla tristezza non ha retto e ha deciso di farla finita proprio il giorno in cui un compratore si sarebbe dovuto recare nella proprietà.

I problemi di Michele Verdi

I problemi di Michele, 52enne agricoltore di Laterza, che si è impiccato prima di svendere la sua masseria, erano iniziati una decina d’anni fa. Alcuni compratori avevano iniziato a non pagare o pagare in ritardo il suo latte e l’uomo, aveva chiesto un prestito di 50mila euro. Poi, la crisi prima e l’avvento del covid poi, hanno definitivamente affossato l’uomo, sommerso dai debiti. In queste condizioni, l’uomo si è visto costretto a svendere la sua proprietà, valutata 330mila euro, per meno di un decimo del valore. Il compratore sarebbe andato a verificare i beni da acquistare proprio il 4 gennaio scorso, il giorno in cui il 52enne ha deciso di farla finita.

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Agricoltore costretto a svendere la masseria si impicca in un capannone

Secondo la ricostruzione della moglie, distrutta dal dolore, l’uomo si è allontanato di casa senza rivelare dove andasse. Poi, dopo diverse chiamate senza risposta e la richiesta d’aiuto a un amico del marito, è stato rinvenuto senza vita in un capannone di sua proprietà. L’agricoltore, non reggendo al dolore di dover svendere la masseria per poche migliaia di euro ha deciso di impiccarsi, facendola finita. A causa della tragedia che ha colpito la famiglia, la vendita della proprietà è stata momentaneamente bloccata.

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