Il caso della 21enne che si era tolta la vita in carcere dopo essere stata condannata per omissione di soccorso si è riaperto con nuovi sconcertanti elementi
È di una drammaticità disarmante l’epilogo della vicenda della 21enne Katie Allan, in carcere in Scozia per omissione di soccorso in un incidente stradale. La giovane si era tolta la vita nella Polmont Young Offenders Institution dove era stata condannata a scontare due anni. La storia che ha sconvolto profondamente un’intera comunità ha avuto inizio nel 2018 quando Katie fu arrestata per omissione di soccorso a seguito di un terribile incidente stradale in cui aveva investito un adolescente e lo aveva lasciato a terra sanguinante.
All’epoca la giovane aveva 20 anni. E ha sempre dichiarato di non essersi accorta di aver investito qualcuno in quel dato frangente. Malgrado l’adolescente sopravvissuto e la sua famiglia avessero spinto a non farla incarcerare, il giudice fu di un altro avviso e l’eccessivo uso di alcol, oltre all’omissione di soccorso, lo spinsero a condannare alla reclusione la ragazza.
A qualche anno dal tragico epilogo della 21enne il caso si è riaperto con nuovi sconcertanti elementi riguardo i giorni precedenti alla sua morte. Sottolineando le difficili condizioni del carcere. La mamma di Katie ha raccontato che in prigione sua figlia era stata bullizzata e più volte umiliata. Secondo il Daily Mail, la giovane sarebbe “stata costretta a sfilare nuda davanti al personale carcerario.” E ciò, irrimediabilmente l’avrebbe portata a togliersi la vita.
I genitori della vittima, scioccati, hanno dichiarato che le ultime volte che andarono a trovarla in carcere Katie aveva perso i capelli. E che “sapevano che qualcosa non andava” perché la ragazza sembrava “esausta”. Per Linda Allan, la madre di Katie, il carattere remissivo della figlia in quel preciso ambiente l’aveva resa un perfetto bersaglio dei secondini.

L’altro suicidio
Proprio nel giorno della sua morte, come disse la mamma a un agente penitenziario, Katie “era stata rimproverata dalle compagne di cella.” Il racconto della giovane è stato presentato in tribunale durante il primo giorno di un’indagine che riguarda la morte della 21enne insieme a quella di un altro detenuto di 16 anni, William Brown. L’adolescente fu trovato morto nella sua cella il giorno dopo che la sorveglianza antisuicidio era stata soppressa perché non si presentava “nessun rischio possibile”. William Brown si era tolto la vita tre giorni prima della morte di Katie.