Il 27 maggio scorso a Senago, Alessandro Impagnatiello uccise a coltellate Giulia Tramontano, la sua fidanzata 27enne al settimo mese di gravidanza. Nel corso dei mesi d’indagine, inoltre, è emerso che l’uomo, prima di accoltellarla stesse tentando da tempo di avvelenarla con il topicida e l’ammoniaca. L’uomo, reo confesso, ormai da tempo è rinchiuso in carcere e il prossimo 18 gennaio inizierà il processo. Le sue legali, però, stanno tentando di studiare una strategia difensiva che potrebbe permettere a Impagnatiello di evitare l’ergastolo.
Impagnatiello potrebbe evitare l’ergastolo con una perizia psichiatrica
Le 2 legali dell’ex barman incriminato per l’omicidio della fidanzata, Giulia Tramontano, punteranno tutto sulla perizia psichiatrica. Se la richiesta di perizia verrà accolta, Impagnatiello potrà evitare l’ergastolo. Non è chiaro però se ci saranno gli estremi per richiederla.
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“Impagnatiello sapeva quello che faceva”
Per la procura, infatti, il barman assassino ha agito con lucidità. La stessa difesa della famiglia della 27enne uccisa ha dichiarato: “Impagnatiello sapeva quello che faceva e per mesi ha progettato l’omicidio, cercando di avvelenare Giulia con il topicida prima di ucciderla brutalmente a coltellate”. Solo il 18 gennaio prossimo la Corte deciderà se accogliere la richiesta di perizia psichiatrica che potrebbe permettere a Impagnatiello di evitare l’ergastolo. In aula tra meno di un mese, saranno presenti i genitori della 27enne uccisa, oltre a sua sorella. Tra le persone chiamate a testimoniare potrebbe esserci anche l’ex amante e collega di Impagnatiello. La giovane, ripresa mentre abbracciava Giulia Tramontano, è stata una delle ultime persone a vedere in vita la 27enne prima che venisse brutalmente uccisa a coltellate.