Il video del tradimento ricevuto su WhatsApp a relazione terminata: la vittima veniva costretta a rapporti sessuali sotto ricatto, perché altrimenti il suo killer, Fandaj Bujar, avrebbe rivelato tutto al compagno Nicola
Un filmato palese, chiaro, di un rapporto sessuale durante uno dei loro incontri segreti: Vanessa Ballan, uccisa da Fandaj Bujar, aveva una relazione con il suo killer e il compagno Nicola Scapinello aveva scoperto il video del tradimento. Avevano condiviso gli ultimi 11 anni di vita, un amore interrotto dalla follia di un imprenditore 41enne di origini kosovare, che dopo i fatti si era anche dato alla fuga. Aveva ricattato la commessa del supermercato nel quale si recava sempre dopo averla conosciuta e dopo essersene innamorato. “Se non torni da me, mostro il nostro video a Nicola”.
La ricostruzione del Gazzettino arricchisce di dettagli il percorso che ha condotto la 26enne fino agli ultimi sofferti istanti di vita: l’autopsia ha confermato la lotta prima di morire dopo 8 fendenti, due dei quali fatali. Tornando alla sera dei fatti, era il 25 ottobre scorso quando Vanessa ha deciso di dire “basta” dopo aver ricevuto un video hot di un loro incontro clandestino. Così ha voluto confessare tutto al suo Nicola Scapinello perché era stata messa alle strette: “Ho una relazione con un altro uomo che ora mi perseguita e mi ricatta”.
Nicola aveva dunque scoperto che la sua compagna lo tradiva. I due non hanno perso tempo e si sono recati dalle forze dell’ordine presso la caserma di Riese in compagnia del loro primogenito, il piccolo di 4 anni. Auspicavano una situazione più tranquilla dopo tale provvedimento: speravano che il 41enne si sarebbe calmato. I carabinieri avevano perquisito la casa dello stalker, sequestrando quattro suoi telefonini. Acque calme, si ventilava: e così è stato, fin quando la follia di Fandaj non si è rivelata in tutto il suo lato più brutale.
Vanessa Ballan uccisa, le ipotesi di reato: stalking, violenza sessuale, revenge porn, violazione di domicilio e interferenza illecita nella villa privata
Vanessa, che cancellava anche i messaggi di minacce dell’ex amante su WhatsApp, aveva ricevuto il filmato proprio sulla nota app di messaggistica. Quindi la denuncia all’indomani mattina, formalizzata in caserma in presenza di Nicola e del loro primogenito di 4 anni. Dopo una notte passata a discutere, a parlare, a confrontarsi. Una notte in cui Nicola ha assorbito tutto e ha resistito, per amore della famiglia. Ha subito scelto la sua compagna in questa “diatriba” e l’ha aiutata a rivolgersi alle forze dell’ordine.
La storia tra i due amanti era finita e il rapporto con Nicola è vacillato in estate, ma quando Vanessa ha deciso di tornare sui suoi passi e continuare ad amare la stessa persona con la medesima intensità di sempre, il suo killer non ha accettato la conclusione della relazione. Emerge inoltre che Fandaj costringeva Vanessa a rapporti sessuali sotto il ricatto che avrebbe comunicato della loro relazione clandestina a Nicola. Lo faceva anche a relazione conclusa, ecco perché il pubblico ministero avanza l’ipotesi dei reati di stalking e, soprattutto, di violenza sessuale e revenge porn, nonché di violazione di domicilio e interferenza illecita nella casa dove si è compiuto il delitto, il nido d’amore di Vanessa e Nicola.