Samira Sabzian uccise il marito violento nel 2013, da quel momento era reclusa nel braccio della morte di un carcere in Iran. La donna era una sposa bambina e nella mattinata di oggi è stata impiccata all’età di 30 anni. A denunciare la tremenda barbarie è stato il direttore dell’ong, Mahmood Amiry Moghaddam.

La ricostruzione dei fatti

Samira fu costretta a sposare suo marito nel 2009, quando aveva appena 15 anni. Nei 4 anni seguenti ebbe con l’uomo 2 figli, ma la sua vita era un vero e proprio incubo. Picchiata e umiliata quotidianamente, alla fine Samira nel 2013 tentò di riconquistare la sua libertà uccidendo l’uomo. Tuttavia, nei giorni seguenti fu arrestata e da quel giorno del 2013 è rimasta nella sua cella, ad aspettare la sua morte. Alla fine, il triste giorno è arrivato e la sposa bambina è stata impiccata nella mattinata di mercoledì 20 dicembre.

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Le parole del direttore dell’ong sulla sposa bambina impiccata in Iran

La denuncia della morte di Samira, la sposa bambina impiccata in Iran, è arrivata tramite un “X” di Mahmood Amiry Moghaddam. “Vittima per anni dell’apartheid di genere, dei matrimoni precoci e della violenza domestica, Samira oggi è stata vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto, un regime che si è sostenuto esclusivamente uccidendo e instillando paura. Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica Islamica devono essere ritenuti responsabili di questo crimine. Come altre vittime della ‘macchina della morte’ del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili di una società senza voce. Una campagna di una settimana non è stata sufficiente per salvarla. Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone che rischiano di diventare vittime della macchina omicida per preservare la sopravvivenza del regime”.